Si scrive proroga commissariamenti del Pd della Campania e della federazione di Caserta, si legge pietra tombale su Enzo De Luca e sui suoi seguaci. La direzione nazionale ha deciso di prolungare di altri 4 mesi la gestione commissariale, affidata a livello regionale al senatore Antonio Misiani e in Terra di Lavoro alla senatrice Susanna Camusso. La decisione di Roma conferma che Elly Schlein non si fermerà a metà strada. Andrà fino in fondo per garantire il rinnovamento della classe dirigente dem in Campania, soprattutto dopo il guanto di sfida di De Luca con l’approvazione in consiglio regionale del terzo mandato, nonostante il fermo “no” dei vertici nazionali. “Io mi candidato comunque”, ha risposto il governatore. Che in un convention dem a Benevento non ha esitato a definire Sandro Ruotolo, europarlamentare e componente della segreteria nazionale, un “cafone scostumato”, oltre a considerare i componenti romani del partito vicini alla Schlein dei “miserabili”. Con un monito: “In Campania decidono i campani”. Per la segretaria nazionale, invece, in Campania decide Misiani, assieme ai dem che vogliono liberare il partito regionale da “cacicchi” e portatori “insani” di pacchetti di tessere. A Caserta la proroga a Camusso è come un cartellone con la scritta: “Gennaro Oliviero, quella è la porta”. Il presidente del consiglio regionale, già in azione da tempo per candidarsi in una coalizione contro il Pd, è oggi l’uomo più vicino al governatore. Alle prossime regionali Elly Schlein punta all’accordo con i 5 Stelle per allargare il campo del centrosinistra. Opzione, manco a dirlo, che non include De Luca. Ovviamente.

Mario De Michele

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