Per il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, la presentazione dei candidati alle prossime elezioni politiche del Movimento 5 Stelle, a Napoli presso la sede della Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli, è quasi un commiato dal Parlamento. «Fino al 12 ottobre sarò presidente della Camera. Sapete – ha riferito ai cronisti – quanto ci ho tenuto a questo percorso e a questa funzione. Ho svolto questo ruolo con il massimo rispetto delle istituzioni, dei cittadini e della Repubblica che viene sempre prima di tutto, anche del M5S. Ho lavorato senza guardare in faccia a nessuno, per le istituzioni e per il bene del Paese. Lo farò anche dopo il 12 ottobre». Per uno dei volti storici del grillismo campano si prospetta quindi un incarico nell’organigramma nazionale del Movimento a seguito del voto del 25 settembre. Ma il ritiro dal Parlamento, dovuto al divieto del terzo mandato come da Statuto del partito, non sottrae la terza carica dello Stato dall’agone della campagna elettorale. «L’autonomia differenziata – tuona contro il centrodestra, in particolare contro la Lega di Salvini – così come qualcuno la disegna, divide il Paese: dà di più a chi ha già di più e dà di meno a chi ha già di meno. Questo non combatte le differenze territoriali e non favorisce la crescita dei territori in difficoltà. Ci vuole un’altra autonomia differenziata e soprattutto, così come dice il sindaco Manfredi, bisogna ragionare anche nell’ottica di autonomia delle Città Metropolitane. Questo è molto importante perché oggi i problemi si risolvono soprattutto nelle grandi aree metropolitane». Sull’emergenza del caro bollette e del caro energia Fico ha risposto così ai giornalisti presenti: «Lo abbiamo già detto più volte che l’extragettito dalle aziende che hanno guadagnato di più dev’essere reale. Il Movimento – motiva – su questo è disposto a fare qualsiasi cosa in questa fase per riuscire a salvaguardare le imprese e le famiglie». Un sostegno per cui potrebbe essere necessario un ulteriore scostamento di bilancio. «Nel momento in cui ci sono emergenze e i partiti sono d’accordo all’unanimità, in sede di conferenza dei capigruppo si può andare avanti tranquillamente». Quindi, per il parlamentare napoletano si può procedere alla creazione di ulteriore deficit per tutelare gli italiani dai costi esorbitanti delle utenze, ma solo se tutte le forze politiche sono d’accordo. Secco poi il no all’energia nucleare e all’utilizzo dei rigassificatori, in linea con lo storico ecologismo del Movimento, rinvigorito dal nuovo corso di Giuseppe Conte. «Dobbiamo correre – insiste Fico – con i fondi del Pnrr nel rispetto della transizione ecologica quindi anche energetica. Quello che ci preoccupa, che ascolto sempre in dichiarazioni provenienti dalla destra, è una revisione dei fondi del Pnrr e un rallentamento sulle energie rinnovabili. Noi dobbiamo andare avanti ancora più veloci sulle energie rinnovabili per far sì che l’Italia arrivi al 100% dell’utilizzo di queste. E per fare questo non ci servono di certo le centrali nucleari che sono state dismesse in Germania». Precisa poi che il rifiuto dei rigassificatori non è uno stop al gas tout-court. «Non sono d’accordo sui rigassificatori e sono contrario al rigassificatore di Piombino. Ma – aggiunge – quello che noi dobbiamo fare è che in un periodo di transizione, breve e non lungo, il gas possa essere anche un punto di caduta possibile ma rispetto a una transizione ecologica che deve accelerare assolutamente».
Sul futuro del risultato elettorale il presidente della Camera si dice fiducioso: «Qualcuno canta il de profundis del Movimento? Rido perché io vivo a Napoli, sono campano, e giro il territorio. E pancia a terra sul territorio vi dico che il Movimento farà un ottimo risultato in Campania, a Napoli e in provincia, perché noi abbiamo dato tanto a questo territorio, e questo territorio ha dato tanto a noi». «Anche in Italia – prosegue Fico – vedo che tutti i sondaggi ci danno in crescita. La verità è che tutti vogliono un Movimento debole, un Movimento che muore, perché siamo liberi da un meccanismo e da un sistema». Quando viene interpellato però su un’eventuale ricomposizione futura con il Partito Democratico, la risposta, in nome del progressismo di cui il M5S è divenuto portatore, diviene più sfumata. «Porte chiuse al Pd? In questo momento, in questa campagna elettorale sì. Il Partito Democratico ha compiuto una scelta affrettata, sbagliando. Noi comunque restiamo sulla nostra strada che è quella del progressismo. Più avanti vedremo chi sarà progressista e decideremo». Poi Fico ha salutato con orgoglio i nuovi ingressi «che sono importanti: da Federico Cafiero de Raho a Scarpinato e tanti altri. Stiamo aumentando la nostra capacità di attrazione e competenza, di coraggio. Siamo bene in salute e andiamo avanti». E tra le candidature presentate oggi a Napoli, c’è proprio quella dell’ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, nonostante sia candidato nel plurinominale alla Camera in Calabria. Sui fondi del Pnrr – ha detto – «è necessario impedire alle mafie di condizionare le procedure di appalto» ma «c’è la necessità di magistrati, perché una giustizia rapida è il primo contrasto all’illegalità e alle mafie». È intervenuto poi anche l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, candidato alla Camera nell’uninominale di Acerra e come capolista nel plurinominale Campania 1-02. «Ho buttato il sangue per elaborare la legge ‘Terra mia’ sugli ecoreati, ma il Pd e Italia Viva non l’hanno voluta. La prima legge per tutelare il mare – ha concluso Costa – è stata fatta dal M5s, e costa 1 centesimo al mese. Non vi dico quanto costa al mese acquistare nuove armi». C’è poi chi come Dario Vassallo, anche lui candidato alla Camera, fratello di Angelo, il sindaco pescatore ucciso in un agguato nel 2010, propone un aumento delle pene «per gli uomini dello Stato che tradiscono lo Stato». «La pena deve essere moltiplicata per tre. Perciò mi sono candidato», ha concluso.