È rodato alla perfezione il “sistema Guida”. In poco più di 6 anni di amministrazione il sindaco di Cesa ha affilato le armi contro l’opposizione. O meglio contro chiunque abbia l’ardire di macchiarsi del reato di lesa maestà. La storia si è ripetuta nello scontro sul Piano urbanistico comunale. Enzo I ha chiamato a corte lo stuolo di fedelissimi (per gli assenti decapitazione in tempo reale) e ha imposto loro di stilare un documento per scagliarsi contro la minoranza. La Nuova Primavera Cesana (nome nuovo, metodi vecchi) ha sommerso di accuse strumentali i quattro esponenti dell’opposizione Ernesto Ferrante, Amelia Bortone, Carmine Alma e Paola Verde. Mancava solo che Ferrante venisse equiparato al Mostro di Firenze. Il peccato capitale della minoranza è non aver votato il Puc in consiglio comunale. L’altra colpa imperdonabile è quella di capire che fine avesse fatto lo strumento urbanistico, visto che in Provincia non vi è traccia. Non a caso l’Ente dell’ex Saint Gobain ha intimato al Comune di non avvalersi del silenzio assenso in quanto il fascicolo del Puc di Cesa, inviato tramite Pec, non sarebbe giunto a destinazione. Già da mesi l’opposizione è al lavoro per cercare di trovare il bandolo della matassa. Finora l’ufficio provinciale preposto ha ribadito anche per iscritto che all’ex Saint Gobain non è arrivato l’incartamento sul Puc di Cesa. Non potendo dialogare con Guida perché è infallibile come i Pontefici alla minoranza non è rimasto altro da fare che rivolgersi alla magistratura. Lesa maestà.

Enzo Guida

Il primo cittadino ha sversato addosso all’opposizione di tutto e di più. Il “sistema Guida” è ormai consolidato. Chi non la pensa come lui diventa in batter baleno un soggetto pericolosissimo capace di compiere crimini efferati. Quindi all’indomani delle rimostranze mosse da Ferrante, Bortone, Alma e Verde è puntualmente scattata l’operazione “denigrazione nemici”. Così la minoranza è diventata “accecata dall’odio e dal rancore”. E viene additata come responsabile di un’eventuale bocciatura del Puc. Brrr, che paura. Immaginatevi Bortone “accecata dall’odio e dal rancore”. Per la possibile reiterazione del reato (di fare opposizione) Ferrante, Alma e Verde dovrebbero essere ammanettati subito e trasportati nell’istituto di detenzione più vicino. Suvvia, sindaco Guida stavolta ha davvero perso il senso dalla misura. Forse perché in gioco ci sono interessi forti? Sono pronte colate di cemento? Prende corpo un gigantesco giro di denaro? Forse per questo il sindaco Enzo I ha perso la trebisonda. Ma è meglio per lui ritrovare la calma. Se la maggioranza ha fatto le cose per bene il Puc dispiegherà le ali. Ma se, come sostiene l’opposizione, ci sono aspetti da rivedere è meglio rivisitare il Piano. Se lo strumento urbanistico devasterà un’ampia zona del paese è meglio non attuarlo. Non sarà la minoranza a fermare tutto. Ci penserà la magistratura.

Mario De Michele

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