«Ho presentato un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare per chiedere quali iniziative ritenga opportuno adottare per promuovere l’avvio di una verifica, per quanto di competenza, sullo stato di inquinamento del fiume Sarno, soprattutto con l’obiettivo di tutelare il fondamentale diritto alla salute dei cittadini. La gravità della situazione richiede risposte urgenti e concrete, di cui le amministrazioni locali e il Governo devono farsi carico». È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia.
«Nei giorni scorsi, infatti, si è verificato un episodio molto grave sul territorio di Montoro – spiega – che mette a rischio la salute dei nostri concittadini. In particolare, i controlli effettuati dai tecnici della società Alto Calore servizi hanno riscontrato quantitativi di “tetracloroetilene”, oltre i limiti normativi nelle acque di Montoro Superiore, nella zona alimentata dal campo pozzi di Chiusa. Quattro frazioni del comune di Montoro, per un totale di circa 5000 abitanti, non hanno potuto usufruire di acqua potabile per provvedere alle quotidiane esigenze domestiche con conseguenti disagi per i restanti 14.500 abitanti del territorio comunale»
«Tali vicende – continua – così invasive per la salute pubblica e ormai all’ordine del giorno, impongono una seria riflessione sullo stato dell’ambiente e su ciò che la cieca industrializzazione ha portato nei nostri territori. Ancora oggi, nonostante la sempre maggiore sensibilità di istituzioni e imprese in termini di tutela ambientale, alcuni sciagurati imprenditori continuerebbero a versare agenti inquinanti in modo indiscriminato all’interno dell’alveo del torrente Solofrana, con ricadute inimmaginabili, ma sicuramente disastrose per la salute dei nostri concittadini».
«La permanenza e la conseguente decantazione delle acque piovane miste agli sversamenti di prodotti altamente inquinanti all’interno delle vasche di laminazione – conclude Cirielli – rischia di contaminare irrimediabilmente la falda del territorio di Montoro, condannandolo a rimanere nei secoli in balia degli scempi perpetrati nel tempo; sarebbe forse opportuno che la necessaria opera di recupero del fiume Sarno venga rivista nell’ottica di un più generale progetto di riqualificazione ambientale e fluviale e non solo di “mitigazione del rischio idraulico”, in quanto il rischio più grande che si corre non è il “solo” rischio idraulico, ma il “rischio cancro”, legato all’inquinamento atmosferico e della falda acquifera».