SALERNO – “Da mesi, sui media salernitani, appaiono notizie di candidature e incarichi politici provenienti dai movimenti, riconducibili a una ‘cosiddetta area Petrone’ in schieramenti e formazioni politiche distinte o contrapposte al Pd: per dovere di chiarezza intendo smentire queste notizie: non riconosco nessun incarico, né tantomeno candidature al di fuori del Pd”.

E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale della Campania Anna Petrone che aggiunge: “Pur rispettando e non giudicando la libertà di scelta delle singole persone, vorrei ricordare che, quando ho accettato di essere capolista alle regionali del Partito democratico a Salerno, ho compiuto una scelta di campo dalla quale non torno e non tornerò indietro. Riconosco il valore aggiunto dei movimenti e la risorsa che costituiscono per l’apporto di contenuti, ma parimenti resto convinta, come pure ha più volte dichiarato Bersani, che i partiti sono la spina dorsale per riformare la politica e il sale della democrazia”. “In tutti questi anni – aggiunge Petrone – mi ha ispirato la coerenza e la lealtà verso chi mi ha dato il consenso elettorale e verso il partito. Sia chiaro, ciò non vuol dire che sia sempre d’accordo con le proposte e con l’operato del Partito Democratico, ma ritengo che le giuste critiche vadano incanalate in un confronto civile e democratico all’interno del partito, nel rispetto personale e politico dei ruoli, e che le diverse posizioni possano e debbano rappresentare una ricchezza da valorizzare in tutte le sedi. Altra cosa è invece cogliere qualsiasi opportunità che si presenti, seppur nell’area di centrosinistra o di sinistra. Non è più quel tempo. Come dicono i sondaggi, la Campania è una delle regioni a rischio per il Pd e per il centrosinistra”. “Io credo – conclude il consigliere regionale – che l’impegno nostro e del mondo a cui faccio riferimento debba essere speso per non disperdere neppure un voto e per far sì che Bersani vinca e abbia una maggioranza autorevole in Parlamento attingendo dai movimenti idee e contenuti per realizzare una politica riformista che salvaguardi le fasce più deboli”.

 

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