VALLE DELL’IRNO – Continua la battaglia in difesa dell’ambiente, questa volta i parlamentari di Futuro e Libertà, Di Biagio, Muro e Gianfranco Paglia interrogano i Ministri Clini e Balduzzi per conoscere quali siano le reali intenzioni del Governo sulla Valle dell’Irno.
Secondo le stime del registro dei tumori della provincia di Salerno, dopo l’analisi dei dati fra il 2000 e il 2005, l’incidenza e la mortalità per tumori nella zona della Valle dell’Irno risulta superiore alla media nazionale e alla media dell’intero territorio provinciale, in particolare per quanto concerne i melanomi, i tumori alle vie biliari, al polmone, alla vescica e all’encefalo. La Valle dell’Irno – si legge nel documento – è una porzione di territorio della provincia di Salerno che comprende i comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Mercato S. Severino e Pellezzano. Questa è percorsa da numerosi corsi d’acqua di piccola portata, tra cui il torrente Solofrana; il torrente Solofrana si estende per circa 25 chilometri dalla sorgente fino alla confluenza con la Cavaiola e sottende un bacino di circa 260 chilometri quadrati. La Solofrana accoglie il torrente Calvagnola proveniente dal gruppo dei monti compresi tra il Monte Caruso e il poggio di S. Michele, nonché il torrente Lavinaio , che scende dai monti di Fisciano. Riceve poi, le acque del Rio Laura proveniente dai versanti di Piano di Montoro, e del torrente Lavinaro che sorge dalla catena montuosa di Pizzo d’Alvano, nel comune di Bracigliano. Dopo aver attraversato al coperto tutto l’abitato di Mercato San Severino e il territorio del Comune di Castel San Giorgio, la Solofrana si immette nella gola di Codola, dove si biforca nel Torrente Casarsano (oggi praticamente scomparso) e nel Torrente dei Corvi, che poi si ricongiungono nei pressi della località il Campo di Nocera e si avviano uniti a confluire nella Cavaiola, nei pressi del quartiere militare di Nocera;le sue sorgenti sono ormai quasi completamente esaurite, per cui, oggi, la Solofrana si è ridotta ad un torrente artificiale, alimentato dagli scarichi delle concerie di Solofra, da quelli provenienti dal polo industriale di Mercato S. Severino, Fisciano e Castel San Giorgio, e dai reflui urbani dei comuni che attraversa.nonostante, infatti, lo sversamento di reflui conciari appare ridotto, non mancano esalazioni tipiche degli scarichi conciari e durante il periodo invernale le piogge contribuiscono all’innalzamento del livello dell’acqua fino alla fuoriuscita dagli argini. Questo fenomeno, ultimamente costante, causa alluvioni. L’azione di controllo esercitata dalle autorità appare tuttavia insufficiente;una porzione del corso d’acqua che attraversa il centro di Mercato S. Severino è da molti anni coperta e richiede evidentemente una manutenzione e un risanamento costanti . Di fronte a quest’altra emergenza ambientale i parlamentari di Futuro e Libertà chiedono che l’Istituto superiore di sanità effettui un monitoraggio per conoscere le conseguenze degli avvenuti sversamenti.