Si allarga lo scontro fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Da tempo immemore c’è il fronte politico, ora si apre quello legale, con il leader di Iv che evoca denunce contro il presidente del M5s. In mezzo c’è Elly Schlein. La segretaria Pd confida nel fatto che prima o poi gli animi si calmeranno. Non ha perso le speranze. Ma intanto ha provato a uscire dall’angolo: “Più che nel palazzo, bisogna creare nel Paese questa alternativa”, ha detto chiudendo la festa nazionale dell’Unità, a Reggio Emilia. Insomma, mentre i partiti vanno avanti a ripicche, la strategia della segretaria Pd è quella di guardare fuori. Schlein ha lanciato “una proposta di governo che si fonda su cinque punti, stanno sulle dita di una mano: difesa della sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politiche industriali, diritti sociali e civili”. Ma, stanca delle tiritere, l’appello non è solo alle altre opposizioni, ma anche “alle migliori forze sociali e produttive, della cultura, del volontariato e del terzo settore”. Anche a loro chiede “di creare una piattaforma condivisa per mandare a casa il governo e prepararci a governare”. Insomma, il refrain è: discutere più di temi che di nomi. Il Pd si incarica di costruire l’alternativa. “Dopo la sconfitta ci davano per finiti – ha detto Schlein – abbiamo rialzato la testa, ci riconoscono per le battaglie. Abbiamo preso il 24% alle europee, 5 punti più delle scorse politiche. Non abbiamo visto altri partiti crescere così. S’è riaccesa la speranza, dobbiamo averne cura”. A Reggio Emilia è arrivata una nutrita truppa di parlamentari, le correnti del partito erano tutte rappresentate. Anche se, Stefano Bonaccini a parte, di capiarea se ne sono visti pochi. Sarà perché c’era lo sciopero dei treni. Comunque, non è come l’anno scorso, quando le defezioni al comizio di chiusura a Ravenna vennero lette come messaggi di freddezza verso la segretaria. L’aria è cambiata. “Il Pd oggi è più unito che mai – ha rivendicato Schlein – ha perso le scommesse chi si aspettava lotte intestine, scissioni e divisioni. Un Pd compatto è il perno indispensabile per mandare a casa questa destra”. Per battere Giorgia Meloni alle prossime elezioni, Schlein punta su “un’alleanza forte e coerente”. In mattinata, un pezzo di campo largo si era confrontato a Cernobbio, davanti al mondo delle imprese e della finanza. Ospiti Schlein, Carlo Calenda e, in collegamento, Conte. Ne era venuto fuori il solito scenario di coalizione che ancora non c’è: insieme sulla sanità, ma divisi sull’Ucraina, con Pd e Azione al fianco della resistenza di Kiev e il M5s che dice “no” all’invio di armi. Ma insomma, fino a lì l’ipotesi di un’intesa era rimasta in piedi. Poi Conte è andato ospite alla festa del Fatto Quotidiano, a Roma. “Mai potremo lavorare con Renzi e costruire un progetto con lui”, ha detto, avvertendo Schlein che prima o poi di questa cosa dovranno parlare. Ma non si è limitato a quello. “Conte dice che sono un affarista che sta entrando nella partita del litio – ha scritto il leader di Iv – Addirittura il litio? Evidentemente Conte non sta benissimo, questa polemica con Grillo lo sta provando: appena sta meglio, lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in Tv o in Tribunale”. I punti critici fra le opposizioni non sono pochi. Per esempio, il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli ha criticato Calenda sul nucleare : “se proprio lo vuole può allearsi con la destra”. E anche Schlein una stoccata a Conte gliel’ha data. Proprio alla festa dell’Unità, il leader dei 5 Stelle aveva criticato la candidata democratica alla presidenza americana Kamala Harris per aver “consentito la copertura militare e politica su quello che succede a Gaza”. La segretaria Pd ha messo in chiaro: “Trump rappresenta una minaccia, la sfida ci riguarda, non bisogna essere d’accordo su tutto per sapere da che parte stare, cioè quella dei democratici, di Harris”.

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