Arriva una nuova proroga di sei mesi dello scudo erariale che solleva gli amministratori pubblici da responsabilità contabili in caso di colpa grave: la misura resta infatti in vigore fino al 31 dicembre 2024, come prevedono quattro emendamenti al decreto Milleproroghe, presentati in forma identica dai gruppi di maggioranza e approvati, dopo la riformulazione del governo, dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. La misura introdotta in via eccezionale nel periodo pandemico – e più volte prorogata – per porre un rimedio alla ‘paura della firma’, altrimenti sarebbe scaduta alla fine di giugno. Contrarietà dall’Associazione magistrati della Corte dei conti. “La norma che ha introdotto lo scudo erariale, già al vaglio della Consulta perché sospettata di incostituzionalità, era stata adottata nel 2020, durante la pandemia. Una sua ulteriore proroga sarebbe contraddittoria e ingiustificata, in quanto, nonostante la fine del periodo di emergenza, avrebbe l’effetto di stabilizzare l’esclusione della perseguibilità delle condotte commissive gravemente colpose, esponendo il Paese al grave rischio di spreco di denaro pubblico, di gestioni opache di commesse pubbliche e di diffusione del malaffare” si legge in una nota. Via libera nella notte all’emendamento del governo sul taglio dell’Irpef agricola per due anni, con cui si esentano i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro e si riduce del 50% l’importo da pagare per quelli tra i 10.000 e i 15.000 euro. La modifica al decreto Milleproroghe, presentata dal governo, è stata approvata dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali che nella seduta notturna hanno proseguito l’esame. Bocciato invece l’emendamento del Pd per l’esenzione totale dell’Irpef. “I partiti di maggioranza – denunciano Simona Bonafè e Ubaldo Pagano che stanno seguendo il provvedimento in commissione alla Camera – si sono piegati sulla mediazione a ribasso proposta dal governo che non risolve i problemi. Lega e Fdi, che di giorno si ergono a paladini degli agricoltori, nella notte votano senza remore un emendamento che ha l’unico effetto di ridurre risorse agli agricoltori”, sottolineano i deputati dem assicurando che “i fondi per finanziare il nostro emendamento c’erano: la decisione è stata tutta politica e interna alla maggioranza”. Non ci sarà lo slittamento al 2027 della spending review per la società Ponte sullo Stretto proposta dalla Lega attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe. A quanto si apprende da fonti parlamentari, l’emendamento è stato ritirato durante l’esame da parte delle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali della Camera, proseguito nella notte. Il governo aveva dato parere contrario. Via libera alla proroga per l’intero 2024 dello scudo penale per i medici, introdotto con lo stato di emergenza Covid. Come previsto da emendamenti al decreto Milleproroghe, presentati da FI, FdI, Pd e Iv e approvati dopo la riformulazione del governo dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, viene limitata “ai soli casi di colpa grave” la punibilità per chi in modo colposo causa morte o lesioni personali “nell’esercizio di una professione sanitaria in situazioni di grave carenza di personale sanitario”. Ai fini della valutazione “si tiene conto delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato”. Si riaprono nuovamente i termini della rottamazione quater, con la possibilità di pagare entro il 15 marzo 2024 le prime due rate scadute. È stato infatti approvato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera l’emendamento al decreto Milleproroghe, presentato dai relatori, che prevede il differimento del termine di pagamento delle rate da corrispondere nel 2023 e di quella in scadenza il 28 febbraio. La modifica stabilisce che il contribuente non decade dalla definizione agevolata se “effettua l’integrale pagamento di tali rate entro il 15 marzo 2024”. Alla nuova scadenza, si precisa, si applica anche il termine di tolleranza di 5 giorni previsto dalla norma.