«Si avvicina l’estate e anche quest’anno ci ritroveremo ad affrontare questa emergenza. Lo sanno tutti che in larga parte il fenomeno dei roghi qui a Giugliano è strettamente connesso all’attività dei campi rom, quindi ci ritroviamo ad affrontare l’ennesima emergenza all’interno di un’altra emergenza». Lo scrive sui social il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, sostenendo che «se non smantelliamo i campi rom ci ritroveremo sempre a raccontare con insistenza nuovi roghi vivendo una situazione di ostaggi nelle nostre case. Da soli non possiamo come Comune risolvere queste due emergenze: eppure abbiamo la necessità di un intervento». «Le riunioni col prefetto e con la cabina di regia regionale sulla Terra dei fuochi continuano e su ogni soluzione prospettata sono sorti dei problemi. A inizio giugno è in programma un altro incontro che, a mio avviso, dev’essere in gran parte risolutivo altrimenti sarò costretto a prendere in considerazioni altri percorsi meno istituzionali ma indispensabili affinché si intervenga con decisione e urgenza», prosegue il sindaco, ricordando che sono stati bonificati «molti punti sensibili da cumuli di rifiuti pronti ad essere bruciati e nonostante ciò gli scarichi sono ripresi perché mancano gli agenti per i controlli e siamo punto e a capo». Per la sistemazione dei rom, a giudizio di Pirozzi «il progetto “Abramo” non ha fornito al momento risultati concreti perché le associazioni non hanno trovato soluzioni abitative per i rom. E quella prospettata, a Castel Volturno, è stata bocciata dalle istituzioni sovracomunali. Adesso si discute su un’altra soluzione, ossia ospitare i rom in uno stabile di proprietà della Chiesa in provincia di Salerno in modo da sgomberare il primo campo di Giugliano. Ma siamo ancora in una fase di interlocuzione e i miei cittadini non possono più permetterselo. Lo devono capire tutte le istituzioni che con noi dialogano da mesi ed hanno il dovere adesso di intervenire e pure con urgenza». «Non mi arrenderò e, ripeto, se non basta la nostra attività istituzionale esprimeremo le nostre rivendicazioni in altro modo perché i cittadini sono con me ed io non svendo quella che per me resta la battaglia di tutte le battaglie: sgombero dei campi rom e piano emergenziale contro i roghi impiegando l’esercito in modo fisso e permanente. Lo sto dicendo da mesi e non vorrei essere costretto alla piazza per affermare il nostro diritto alla vita. Non mi arrendo e non indietreggio. Ad inizio giugno ci sarà l’ennesima riunione e spero di poter annunciare provvedimenti concreti», aggiunge. «Pretendo che i parlamentari, i consiglieri regionali, il Governo e tutte le istituzioni coinvolte forniscano soluzioni concrete e immediate alle due emergenze più gravi, rom e roghi, perché hanno i poteri per farlo. Ora sono stanco e in nome della comunità che rappresento siamo pronti ad alzare il tiro, finanche ad aprire uno scontro istituzionale per tutelare la mia terra. Non a parole ma, come sempre, con atti concreti e se serve pure eclatanti«, conclude Pirozzi.