Non è ancora Natale ma Nicolino Botti già illumina il cielo di Teverola di fuochi d’artificio da fare invidia ai cinesi. Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale ha firmato una determina per fissare i criteri di rateizzazione degli oneri concessori per i titolari di permessi di costruire (link in basso). Botti però, mutuando Calvino, è un fuochista dimezzato. Non a caso è stato costretto ad adottare il provvedimento senza il parere del settore Finanziario. L’atto è privo anche di un responsabile del procedimento (Rup). In pratica ha fatto tutto lui. Ma il Comune non è come casa sua. Né può essere plasmato ad immagine e somiglianza del trio formato da Tommaso Barbato, Biagio Lusini e Gennaro Caserta. Anche perché l’immagine non è il massimo. Il sindaco è un ribaltonista di professione. L’ex primo cittadino è stato bocciato nettamente dagli elettori che gli hanno detto a chiare lettere: “Statt a cas!”. Caserta fa parte della preistoria della politica locale.

I due sindaci Biagio Lusini e Tommaso Barbato

Il fuochista dimezzato è in debito con chi lo ha richiamato dalla pensione. Dopo il devastante Puc redatto ai tempi del dominio di Lusini a distanza di un decennio è stato di nuovo arruolato nell’esercito degli speculatori. Nonostante la palese illegittimità della nomina, acclarata dal dipartimento del ministero della Funzione pubblica, Botti non si è fatto pregare. Gli saranno passati per la mente i fasti di un tempo. Ha risposto alla chiamata alle armi sfregandosi le mani e pregustando il sapore dolce del ritorno al passato. Per fortuna dei teverolesi la musica è cambiata. L’impero di Lusini è un ricordo lontano. E l’amministrazione Barbato ha il respiro corto. Siamo agli ultimi giorni di Pompei. Il sogno di trasformare di nuovo il Comune come una società a responsabilità limitata si è infranto di fronte al muro eretto dal gruppo Teverola Sostenibile. Che con un’azione attenta e stringente ha messo un argine al rischio dell’ente di ritornare nel tunnel dell’affarismo politico. I fuochi d’artificio di Botti non basteranno a far rilucere gli anni bui. Il periodo dell’utilizzo del Comune a proprio uso e consumo è definitivamente archiviato. È una perentesi nera chiusa. Oggi c’è una parte della classe dirigente che impedirà in tutte le sedi un nuovo assalto alla diligenza. Giovani preparati, competenti e onesti che saranno il futuro della città. Le scorie del passato saranno smaltite nei cassonetti dell’indifferenziata. Dietro non si torna. Il trio Barbato-Lusini-Caserta si mettano l’anima in pace. La pacchia è finita. L’albero della cuccagna è appassito anche grazie a una buona parte del personale comunale che non è più subalterno alla politica politicante. Lo stop a Botti è arrivato anche dal responsabile dell’area Finanziaria e dal revisore dei conti: “Bisogna rivedere la nomina del nuovo responsabile dell’Utc perché ci cono evidenti dubbi di legittimità, noi non firmeremo nessun atto a sua firma”.

La festa è finita

Ed ecco la determina autarchica di Botti sul rateizzo degli oneri concessori. Un atto che con un balzo da navigato trapezista ha saltato tutti i controlli e i pareri necessari per legge. Il discusso capo dell’Utc sottolinea nel provvedimento che il “presente atto non comporta impegno di spesa e quindi non necessita di visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria per la sua esecutività”. È uno scherzo? Se così è di cattivo gusto. Peraltro ci avviciniamo al Natale non al Carnevale. Una determina che si occupa delle entrate dell’ente “non necessita di visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria”? Con l’età Botti ha perso colpi. Oppure pensa che l’amministrazione comunale è come un ballo in maschera? Il fuochista dimezzato sta giocando col fuoco. E di questo passo resterà talmente scottato che non basterà una camera iperbarica del Cardarelli per alleviare i dolori delle ustioni. Per adottare la determina sul rateizzo degli oneri di urbanizzazione, non solo era necessario il visto dell’area Finanziaria, ma serviva anche una delibera di indirizzo della giunta. Non essendo richiamata nel provvedimento si presuppone che non ci sia nessuna deliberazione dell’esecutivo. Ormai l’universo mondo sa che il vero sindaco di Teverola è Lusini, ma Barbato dovrebbe avere almeno la dignità di salvare la faccia. È lui, ancora per poco, il primo cittadino. Abbia rispetto dell’importante ruolo istituzionale che ricopre. Restare a galla a ogni costo è mortificante sia sul piano politico che personale. Essendo a fine corsa Barbato forse vuole sparare tutti i Botti in un sol colpo. Ma così rischia di farsi molto male. Finirà nel bollettino dei feriti di Capodanno. E il 2023 per lui sarà un annus horribilis. Mentre, per dirla con Tacito, i cittadini di Teverola torneranno a respirare. Aria pulita.

Mario De Michele

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