Sergio Costa è uno dei pochi politici impegnato nelle istituzione con una “visione della società”. Sul decreto lavoro, varato dal governo Meloni, il vicepresidente della Camera come sempre va nel merito del provvedimento senza preclusione ideologica. Critica nettamente la mancanza di prospettiva contenuta nella misura adottata dal centrodestra. “Servirebbe un confronto con sindacati e mondo della politica per valorizzare la qualità del lavoro e della vita dei cittadini, invece il governo è andato avanti a colpi maggioranza”. L’autorevole esponente dei 5 Stelle pone una questione seria e dirimente: a chi giova far vivere nell’incertezza i lavoratori con contratti precari e scippare il futuro a centinaia di migliaia di persone?. “Nel decreto del governo – osserva Costa – non c’è una visione della società. I giovani sono lasciati alla mercé di un mondo del lavoro che non garantisce certezze. Con il lavoro precario vengono colpiti soprattutto i giovani. Così non si va da nessuna parte”. Anche sull’abolizione del reddito di cittadinanza l’ex ministro rifugge da posizioni pregiudiziali: “L’assegno di inclusione ispirato dal governo – conclude l’ex ministro – lascia nella soglia della povertà 700mila persone. Si poteva migliorare il reddito di cittadinanza ma la maggioranza è andata nella direzione opposta. Risultato? Aumenterà la platea dei poveri”. Ecco, Sergio Costa affronta il tema del lavoro e della lotta alla povertà senza posizioni precostituite. Il pentastellato ha una “visione della società”. Il governo no.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA A SERGIO COSTA