Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato congiuntamente a Palazzo Chigi il Primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, e il Primo Ministro della Repubblica di Albania, Edi Rama. Dopo aver concordato sulla necessità di affrontare in modo sempre più strutturato l’immigrazione illegale verso l’Europa, i leader hanno concordato di intensificare ulteriormente la collaborazione fra i tre Paesi a contrasto dei trafficanti di esseri umani”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Sempre nell’incontro a Palazzo Chigi, Meloni e Sunak hanno stabilito di cofinanziare un primo progetto italo-britannico di rimpatri volontari assistiti nei paesi di origine predisposto dall’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) a favore di migranti bloccati in Tunisia”. Meloni ha poi presentato Sunak sul palco di Atreju, la kermesse di Fdi. “Un amico dell’Italia, un mio amico personale”, ha detto la premier. “Thatcher aveva capito che le idee erano importanti solo se si potevano implementare. Non si è mai tirata indietro anche quando la lotta era dura, e oggi dobbiamo applicare il radicalismo di Thatcher per quanto riguarda l’immigrazione illegale. I nostri oppositori vogliono mettere la testa sotto la sabbia e lasciare che il problema vada via da solo ma non funziona così. Andate a Lampedusa, dove il 50% degli immigrati è arrivata quest’anno: non è più sostenibile, non è corretto ed è immorale”. Lo ha dichiarato il premier britannico Rishi Sunak intervenendo ad Atreju. “Giorgia (Meloni) ha siglato un accordo con l’Albania e noi abbiamo fatto un accordo con il Rwanda: vogliamo interrompere il modello di business di queste gang criminali. E se questo ci richiederà di aggiornare le nostre leggi e di avere conversazioni a livello internazionale per creare un framework sull’asilo politico dobbiamo farlo, perché se non gestiamo questo problema oggi i barconi continueranno ad arrivare. Dobbiamo fare in modo che il deterrente funzioni”, ha detto Sunak. “Se i migranti vengono in Italia o in Inghilterra illegalmente non potranno restare, deve essere chiaro”. “E’ fondamentale oggi e importante per la sovranità, dobbiamo noi decidere chi viene nel nostro Paese e non le gang criminali. Se non possiamo arrivare a queste conclusioni i nostri elettori non ci sosterranno, noi dobbiamo avere il controllo dell’immigrazione, dobbiamo gestire il problema, se lo ignorassimo i nostri Paesi sarebbero a rischio, dobbiamo fermare i barconi e le persone devono sapere che se vengono illegalmente nei nostri Paesi non potranno rimanere”, ha affermato il primo ministro britannico. “La Corte costituzionale albanese ha fatto il suo dovere, perché per la Costituzione è automatico sospendere un accordo per prenderlo in considerazione prima della ratifica del Parlamento. E’ la prova che io non controllo le corti in Albania”. Lo ha detto il premier albanese Edi Rama ad Atreju, parlando dell’accordo sui migranti con l’Italia. “Io sono fiducioso perché l’accordo non ha nulla di incostituzionale. Entro marzo è il limite del tempo ma credo che la decisione sarà presa molto prima perché è un accordo molto importante e bisogna che entrambi i governi sappiamo se possono andare avanti o no”. In merito a un accordo coi migranti “non accetterei altre richieste da Paesi europei, le abbiamo avute da altri Paesi Ue ma abbiamo detto di no” ha aggiunto il premier albanese, senza rivelare i nomi degli Stati ma evidenziando che sono “Paesi cugini, e non Paesi fratelli come l’Italia. C’è una differenza: se noi facciamo un accordo con un Paese come l’Italia lo facciamo come sforzo comune, non come se fossimo un Paese fuori al quale trasferire il problema. Quello che l’Italia fa non è trasferire il problema, ma cercare di allargare lo spazio per gestire questo percorso mentre tratterà il problema da sé”. Le persone salvate attraverso l’intesa sui migranti con l’Italia “non saranno lasciate in mare o portate a Guantanamo o nei lager come dice qualcuno. Bisogna avere rispetto per le vittime dei veri lager e di Guantanamo”. Lo ha dichiarato il premier albanese. “Mi sembra che si è fatto un rumore sproporzionato sulla storia” dell’accordo tra Albania e Italia sui migranti che “secondo me è un accordo naturalissimo tra due Paesi con nomi diversi, ma che io vedo come due parti dello steso popolo” ha sottolineato. “Per noi l’Italia è sempre stata parte di noi”, l’appoggio dimostrato da Roma dopo l’isolamento comunista “è abbastanza per capire che nessuno si deve meravigliare o sorprendere quando facciamo accordi di comune intendimento delle cose e di comune beneficio” ha aggiunto il primo ministro albanese. “Per noi è sempre un onore dare una mano quando l’Italia ce lo chiede e sarà sempre un privilegio raccontarsi come amico speciale dell’Italia” ha concluso Rama. Dire che l’accordo sui migranti con l’Italia “è la soluzione, sarebbe pretenzioso, forse non lo è ma è uno sforzo per trovare soluzioni dove è chiaro che l’Ue non riesce a capirsi – ha detto Rama. “Se in Africa il vedere dell’Occidente è molto problematico e si è lasciato terreno ad altre forze per fare business mentre l’Occidente è stato messo nel ruolo di predatore per secoli, bisogna avere una soluzione più profonda, ma nel frattempo bisogna lavorare a soluzioni che forse non sono perfette”, ha sottolineato. “Mi sembra che Giorgia (Meloni) stia facendo qualcosa di importante, passare dal sovranismo nazionale alla ricerca di un sovranismo europeo, nel senso che l’Europa deve svegliarsi e capire come muoversi per le prossime generazioni”. Lo ha dichiarato il premier albanese intervenendo ad Atreju, sottolineando che la premier “è andata contro tutti i pronostici dell’apocalisse fascista” e ha “cercato di convincere l’Europa che bisogna lavorare insieme”. “Ho avuto la fortuna di incontrare Papa Francesco, che secondo me è il più grande e indiscutibile leader della sinistra”, e “parlo della sinistra europea e mondiale, non dico che devono scegliere il Papa come leader del Partito democratico”. Lo ha dichiarato il premier albanese Edi Rama ad Atreju, ricordando l’incontro col pontefice che ha definito “un uomo santo e molto saggio”.
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