Questa è una “notizia di reato” da far accapponare la pelle. Ci sono prove evidenti inconfutabili. Roba da Dda di Napoli. Una ditta colpita da interdittiva antimafia ha effettuato una parte dei lavori in via Diaz ad Orta di Atella. Qui, il 21 novembre 2024, una mega voragine nella strada causò il crollo parziale di un palazzo. Per fortuna non ci furono feriti o vittime. I residenti furono sgomberati in tempo. Inevitabili i problemi logistici. Ma quello che fa rabbrividire è l’iter tecnico dell’amministrazione targata Antonino Santillo. Uno dei principali artefici di questa vicenda a tinte fosche è il responsabile del settore Politiche per il territorio Vito Buonomo. L’altro protagonista è l’assessore all’Urbanistica Tonino Russo, espressione del gruppo Coraggio, oggi denominato Orta Prospettiva Futura. Il movimento politico-consiliare è legato a doppio filo al sindaco Santillo, all’assessore Annalisa Cinquegrana e a Gianfranco Piccirillo, cognato dell’esponente della giunta e cugino del primo cittadino. Insomma, questione di famiglia.

Veniamo agli atti e ai fatti. Il 20 dicembre 2024 Buonomo conferisce un appalto diretto di quasi 52mila euro a una ditta per la demolizione del palazzo in via Diaz e la messa in sicurezza di un immobile in via Chiesa. I lavori furono affidati alla Costruendo srl. Base d’asta di quasi 53mila euro (link in basso). La ditta, prescelta tramite il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), presentò un’offerta di ribasso del 2%, ritenuta “congrua” e “meritevole di accettazione”. Importo complessivo di 51.766 euro. Data l’urgenza non sorprende la decisione di procedere all’appalto diretto. Lascia invece attoniti il curriculum dell’operatore economico vincitore della gara. La Costruendo srl, con sede legale a Giugliano, costituita con un capitale sociale striminzito di 4.500 euro appena tre mesi prima dell’affidamento diretto. Inattiva fino all’11 ottobre 2024, ossia fino a due mesi prima del conferimento dell’appalto. Gaia Cammisa è sia amministratrice unica che proprietaria del 100% delle quote. Fino al 31 dicembre 2024 la ditta contava di un solo addetto (in basso il link della visura camerale).
Viene spontaneo chiedersi: come mai Buonomo abbia affidato un appalto diretto di quasi 52mila euro a una società attiva da appena due mesi? Come conosceva il nome di una ditta priva di pregresse esperienze lavorative? Da dove è uscita una società praticamente ignota? Anche l’assessore Russo deve dar conto della scelta. Per legge spettava a lui sovrintendere sull’attività di Buonomo, ovviamente senza ingerenze nel rispetto del principio della separazione tra indirizzo politico e compiti gestionali. Torniamo alla Costruendo srl. Già in altra occasione abbiamo evidenziato che l’appalto diretto è totalmente illegittimo perché non rispetta una norma inderogabile: la pregressa esperienza lavorativa dell’operatore economico prescelto. Norma impressa non solo nel Codice dei contratti pubblici ma sancita anche da una recente sentenza della Cassazione, la n. 2153 del 17 gennaio 2025, emessa dalla quinta sezione penale. Ma nel caso di Orta di Atella c’è molto di peggio. Si supera ampiamente ogni più fervida immaginazione. Per alcuni lavori in via Diaz la Costruendo ha fatto ricorso ai mezzi della Opus Art, ditta colpita pochi mesi prima da interdittiva antimafia. Come lo abbiamo scoperto? Beh, siamo immensamente grati al sindaco Santillo. Una nostra fonte ci ha segnalato che il 23 dicembre 2024 il primo cittadino ha postato sul suo profilo Fb le foto dello svolgimento dei lavori con il seguente commento: “Emergenza via Diaz: Operazioni di messa in sicurezza in corso. Questa mattina, alle 7:30, sono iniziate le operazioni di demolizione definitiva e messa in sicurezza del palazzo crollato in via Diaz. I lavori sono eseguiti con la massima attenzione per garantire la sicurezza dell’area. Un ringraziamento va agli operatori e ai tecnici impegnati in questa delicata operazione, che rappresenta un ulteriore passo verso il ripristino della normalità per i cittadini coinvolti” (foto in basso).

Ingrandendo la foto dell’automezzo con il cestello utilizzato per salire sui tetti si nota chiaramente il logo e il nome della ditta Opus Art, con sede sociale a Giugliano. Pochi mesi prima, precisamente il 24 marzo 2024, il comune di Padova aveva disposto la risoluzione del contratto con la Opus Art per i lavori di ristrutturazione di un palazzo con sei appartamenti, “perché il ministero dell’Interno aveva respinto l’istanza di iscrizione della ditta all’Anagrafe antimafia degli Esecutori, decretando l’interdizione” (link in basso). Nello stesso provvedimento di risoluzione veniva precisato che “anche la Prefettura di Napoli ha comunicato il rigetto dell’iscrizione alla White List, motivando in ordine ai medesimi elementi emersi dall’istruttoria del primo provvedimento interdittivo”. La ditta Opus Art ha comunicato di aver presentato ricorso al Tar contro le due interdittive. Al momento non conosciamo la decisione dei giudici amministrativi in merito, né se è intercorsa qualche sentenza. Ma non c’è alcun dubbio sul fatto che il 23 dicembre, durante i lavori effettuati ad Orta di Atella, la Opus Art fosse stata interdetta sia dal Viminale che dalla Prefettura di Napoli.
Ecco perché urge l’intervento della Direzione distrettuale antimafia. Com’è stato possibile che una ditta raggiunta da interdittiva anticamorra abbia potuto effettuare alcuni lavori pubblici o abbia potuto noleggiare i propri mezzi alla Costruendo? Come sempre confidiamo nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine. Siamo certi che si farà chiarezza e che i colpevoli saranno presto individuati.
Mario De Michele
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L’AUTOMEZZO DELLA DITTA OPUS ART IN VIA DIAZ














