C’è una regola sacra in campagna elettorale. I comizi sono sempre un rischio. Può filare tutto liscio. E allora si “fanno” i voti. Ma possono anche finire male. Trasformarsi in un boomerang che si ritorce rovinosamente contro. È il caso di Loredana Di Monte, assessore uscente, candidato al consiglio comunale nella lista Risorgimento Atellano, guidata da Ernesto Di Mattia. Intervenendo all’iniziativa del suo schieramento di domenica scorsa in zona Castellone, Di Monte ha commesso un autogol di quelli che restano nella storia. Lo scivolone riguarda la sede distaccata del liceo scientifico Siani di via Mormile a Sant’Arpino. Il componente della giunta Dell’Aversana ha ricostruito le peripezie tecnico-burocratiche dell’istituto e ha lanciato pesanti accuse all’indirizzo dell’ex sindaco Eugenio Di Santo. “Il liceo Siani – ha tuonato Di Monte – era tipo una casa abusiva, non c’erano certificazioni, non c’era niente, era una cosa così, tipo un camper. Con la nostra amministrazione ci siamo dovuti rimboccare le maniche con le certificazioni, grazie alle quali l’istituto è stato inserito nell’anagrafica dell’edilizia scolastica. Per me la politica è donare, dare delle risposte ai cittadini, non è incollarsi alla poltrona”. A parte che è stata incollata alla sedia per 5 anni di fila, anche quando la maggioranza si è frantumata in mille pezzi. Ma ciò che desta scalpore sono i toni trionfalistici con i quali ha fatto riferimento al Siani di Sant’Arpino come un istituto che finalmente starebbe in regola da un punto di vista strutturale. Toni trionfalistici che cozzano con quanto da lei stessa ammesso un paio di anni fa durante una conversazione WhatsApp con un gruppo di genitori degli studenti. Nell’audio, di cui siamo venuti in possesso solo ora e che pubblichiamo integralmente, Di Monte, delegata alla Pubblica istruzione, dice udite udite che “fin dal 2011 l’istituto non poteva essere dislocato in quella sede perché mancavano i certificati di agibilità, di staticità e l’edificio non era accatastato”. Poi Di Monte utilizza una frase shock: “Fino ad oggi si è operato grazie a certificati a pezzotto”. In dialetto napoletano “pezzotto” significa contraffatto, falso. Questo vuol dire che l’assessore alla Pubblica istruzione era ben consapevole che l’istituto dovesse restare chiuso, soprattutto per salvaguardare l’incolumità degli operatori scolastici e degli studenti. E se fino a Di Santo, come sostenuto durante il comizio, l’edificio era “tipo casa abusiva” o come “un camper”, Di Monte cosa ha messo in campo per mettere strutturalmente a norma l’immobile? Da quello che emerge dalla conversazione WhatsApp sembrerebbe che le carte irregolari erano e tali sono rimaste, a dispetto della propaganda elettorale. L’audio risale al 2019-2020. Di Monte è assessore dal 2016 ad oggi. Si evincerebbe dunque che anche lei si sarebbe adoperata per ottenere certificati “appezzottati”. Con la conseguenza che lo stabile è rimasto come “una casa abusiva” o come “un camper” come ai tempi di Di Santo. C’è di più. Da quando Di Monte è venuta a conoscenza del fatto che la scuola restava aperta sulla base di certificati “pezzotto”, cioè falsi, cos’ha fatto? Da pubblico ufficiale aveva l’obbligo di denunciare la vicenda alle autorità competenti. Ha presentato un esposto? Siamo certi di sì visto che i componenti della lista di Di Mattia parlano sempre di legalità, che va innanzitutto praticata prima che predicata. E ancora. Il Siani di Sant’Arpino è tuttora aperto e accoglie circa 250 ragazzi. Da quel fatidico audio cos’è cambiato? L’amministrazione si è data da fare per mettere in sicurezza la sede? I certificati di agibilità e staticità sono veri o ancora un “pezzotto”? Sono domande che giriamo all’assessore Loredana Di Monte nella speranza che faccia chiarezza su una vicenda con tante ombre e poche luci. Le rivolgiamo anche un invito: affronti i comizi con maggiore serenità. La sua voce stridula assomigliava a quella di Wanna Marchi durante le televendite. Pure quelle “appezzottate”.
Mario De Michele
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