In ambito privato c’è un passaggio di consegne di madre in figlio. In ambito pubblico il passaggio è di padre in figlio. Spunta un albero genealogico familiare e politico alla base del via libera alla realizzazione di un parco urbano di fronte al cimitero di Aversa. Il progetto prevede un po’ di verde attrezzato e molti impianti sportivi. Il gioco di prestigio amministrativo consiste proprio in questo. Il parco urbano sarà il paravento di 4 campi di padel e 3 di tennis, gestiti dai privati che potranno affittarli con ingenti profitti per 10 anni. Operazione da 1,5 milioni di euro. La gallina dalle uova d’ora è il terreno, di proprietà dell’Istituto diocesano per il Clero, che si trova in via Fermi, angolo via Pelliccia. In alcuni punti la distanza dal luogo di sepoltura è di 41 metri. Quattro passi. Facciamo qualche passo di gambero per arrivare al 2018. La signora Rosaria Francesca Molinaro Caridà, nella veste di locatario del suolo, ottiene il permesso di costruire per realizzare il parco. Nello stesso anno sottoscrive l’atto unilaterale d’obbligo che disciplina l’uso pubblico dell’opera con la giunta guidata dall’allora sindaco Enrico De Cristofaro, padre di Orlando, attuale assessore all’Urbanistica. Cosa prevede il progetto presentato nel 2016 dalla signora Molinaro Caridà? Riportiamo testualmente: “La sola sistemazione a verde dell’area mediante idonee alberature, percorsi con fiori tipici e spazi attrezzati per la pratica sportiva appositamente individuati (n. 2 campi polivalenti per la pratica del calcio, del calcetto, del tennis, calcio-tennis ed in generale di sport di diverso tipo), il tutto completo di arredo urbano (panchine, contenitori getta-carte, illuminazione e quant’altro necessario)”.
Dal punto di vista urbanistico, infatti, l’area in questione insiste su una zona G, destinata ai servizi di interesse urbano e di quartiere con classificazione a verde pubblico (VP). Per “aggirare” il consiglio comunale, organo deputato a riclassificare il suolo in attrezzature sportive (AS), si è richiamato il comma 5 dell’articolo 56 delle norme di attuazione del Prg: “Nelle aree destinate a verde pubblico è consentita la realizzazione di impianti sportivi compatibili con la sistemazione a verde”. E qui c’è un altro trucco. È possibile realizzare impianti sportivi ma soltanto se “compatibili con la sistemazione a verde”, perché il primo interesse da tutelare è quello urbano e di quartiere, come impone lo stesso art. 56. Una prescrizione normativa da rispettare al momento della messa a terra del progetto. Per intenderci e per spiegarlo ai consiglieri di maggioranza e di centrodestra, che fingono di cadere dalle nuvole, su quella zona non possono nascere 7 campi da gioco, come vedremo di seguito, senza verde e attrezzature. La licenza è per un parco urbano, non per lo Zodiaco 2. Adesso si è capito o serve ancora la lettura delle carte? Sta scritto nelle delibere.
Non a caso nel 2022, a seguito di un sopralluogo sul posto, gli uffici comunali hanno apposto i sigilli a 4 campi di padel allestiti in difformità dal permesso di costruire e hanno rigettato la Scia presentata nel 2020 dalla signora Molinaro Caridà con cui si chiedeva l’autorizzazione a realizzare tre campi di tennis invece di due. Chi ha realizzato gli impianti sportivi irregolari? E qui arriviamo al passaggio di consegne familiare di madre in figlio. Viene accertato che inizialmente gli abusi sono stati commessi dalla signora Molinaro Caridà e successivamente dal figlio Alessandro Tulipano, legale rappresentante della Tulipano SSD, che dal 2021 risultava locatario del terreno. Nel 2022 la società sportiva ottiene anche la voltura della concessione edilizia. Molinaro Caridà esce di scena. Ma la famiglia Tulipano resta prepotentemente sulla ribalta. Nel maggio 2023 la società sportiva rilancia e presenta una Scia per realizzare “4 campi di padel e 3 di tennis, in luogo di campi polivalenti per la pratica del calcio, del calcetto, del tennis, calcio-tennis ed in generale di sport di diverso”. In sostanza, dopo il sequestro, i privati vogliono raggiungere lo stesso obiettivo mettendo le carte a posto per non correre rischi.
Il primo ottobre 2024 c’è il passaggio di consegne politico di padre in figlio. L’assessore all’Urbanistica Orlando De Cristofaro riprende il progetto del 2018 di suo padre Enrico e propone alla giunta, che approva all’unanimità, di accogliere la Scia del progettista della Tulipano SSD (primo link in basso). La richiesta è firmata dall’ing. Elia Barbato, responsabile della lista Farinaro Sindaco alle ultime comunali. Et voilà, addio campi di calcio e calcetto e ok a 4 campi di padel e 3 di tennis. Risultato centrato. Quello che la famiglia Tulipano non aveva ottenuto dalla giunta targata Alfonso Golia, l’allora assessore all’Urbanistica era Marco Villano, lo ottiene con gli interessi dall’esecutivo di Franco Matacena, su iniziativa di De Cristofaro junior. Per inciso, uno dei fratelli Tulipano, Nicola, è il cognato del consigliere di maggioranza Massimo Virgilio, fedelissimo del vicesindaco Alfonso Oliva. La famiglia può gioire al gran completo. Probabilmente l’impaccio del centrodestra, agguerrito su tutto ma silente su un progetto molto impattante sul territorio, è dovuto al ruolo di Elia Barbato, tecnico di area, in una vicenda costellata da punti neri.
Prima di concludere facciamo qualche riflessione ricorrendo al metodo socratico. La prima: l’area consente la realizzazione di ben sette campi, tra padel e tennis, e quella di un parco urbano degno di questo nome? La seconda: sette campi da gioco sono “compatibili con la sistemazione a verde” del suolo, come prescrive il comma 5 dell’art. 55 delle norme attuative del Prg? La terza: resterà disponibile qualche metro quadrato per “idonee alberature, percorsi con fiori tipici il tutto completo di arredo urbano, tra cui panchine, contenitori getta-carte, illuminazione e quant’altro necessario”? Visto che durante la settimana per alcune ore gli impianti saranno gratuitamente a disposizione dei cittadini, perché optare per i campi di padel e non per quelli di calcio e calcetto, sicuramente più appetibili per le fasce sociali medio-basse? (link in basso). Tra padel e calcetto i giovani preferiscono le partite a pallone tutta la vita. La maieutica prevede solo domande. Le risposte spettano a Matacena e company. Siamo pessimisti. Ad occhio e croce i componenti della giunta non sono tanto ferrati in filosofia. Forse l’unica branca a loro più congeniale è il pragmatismo di Ralph Waldo Emerson. Vuoi mettere Socrate?
Per ultima, ma non ultima, c’è la questione del rispetto della distanza cimiteriale. È di 200 metri dal luogo di sepoltura. Non ci sono magheggi che possono risolvere il problema. L’inedificabilità è assoluta e inderogabile. In questo caso ci servono tutti i provvedimenti, progetto, le varie Scia e allegati inclusi. Per fortuna non tutti i consiglieri sono stati con le mani in mano. Gli esponenti del centrosinistra Mauro Baldascino, Mario De Michele, Marcantonio Mottola e Marco Girone hanno fatto richiesta di accesso agli atti. A breve ne sapremo di più. Ma già possiamo affermare, con ampio margine di probabilità, che sarà un’impresa impossibile realizzare i servizi igienici e gli spogliatoi rispettando la distanza cimiteriale dei 200 metri. Qualche furbacchione sostiene che in un parco urbano non sono obbligatori bagni e spogliatoi, lo dimostrano altri parchi della città. Certo. Ma si trascura, con dolo, un aspetto decisivo: i 4 campi da padel e i 3 da tennis saranno affittati a pagamento, ovvero la famiglia Tulipano ne farà un uso commerciale. L’utilizzo a scopo di lucro o per fini commerciali, certificato dalla convenzione con la giunta, in cui le tariffe vengono allineate ai prezzi di mercato, implica l’obbligo di realizzare i servizi igienici e gli spogliatoi (secondo link in basso). Saranno interrati? Saranno mobili e prefabbricati? Vedremo. Si spera che non si ricorra a bagni chimici o a tendine scorrevoli per nascondere le pudende degli atleti. E c’è l’auspicio che si provveda ad una reale sistemazione a verde dell’area mediante alberature con fiori. Se non si vuole ridurre il progetto a un affare di famiglia non basterà piantare soltanto un Tulipano.
Mario De Michele
(continua…)
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