Il regalo di Natale del governo Meloni è pronto. Ecco il “bonus tredicesima”: cento euro, a dicembre, per i lavoratori dipendenti. Ma l’indennità non andrà a tutti. È un emendamento dell’esecutivo al decreto Omnibus, all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, a dettagliare i requisiti per ricevere la somma che sarà caricata sulle tredicesime. Il primo paletto riguarda il reddito: non potrà essere superiore a 28 mila euro. Dalla base di calcolo sarà esclusa l’abitazione principale.

A chi andrà il bonus
La platea dell’indennità una tantum si restringe ulteriormente perché sarà erogata solo a chi ha un coniuge (“non legalmente ed effettivamente separato”) e almeno un figlio, anche nato fuori del matrimonio, riconosciuto, adottivo o affidato. ll governo stima che a beneficiare del bonus saranno circa 1,1 milioni di lavoratori.

I tempi
ll datore di lavoro caricherà il bonus sulla tredicesima, ma solo dopo che il lavoratore ne avrà fatto richiesta attestando per iscritto “di avervi diritto”. Dovrà quindi indicare il codice fiscale del coniuge e quello dei figli.

I costi
Il “bonus tredicesima” costerà 100,3 milioni: le risorse saranno attinte dal bilancio di quest’anno. Proprio “a causa della limitatezza delle risorse disponibili”, si legge nella relazione illustrativa dell’emendamento, l’indennità una tantum sarà erogata “ai lavoratori che si trovano in condizioni economiche di particolare disagio”.

La flat tax sulle tredicesime
ll governo aveva promesso un regime fiscale sostitutivo per le tredicesime, ma le poche risorse a disposizione hanno imposto un ridimensionamento dell’impegno. Ecco perché la relazione illustrativa presenta il “bonus tredicesima” come una misura introdotta “in attesa” della flat tax sulla tredicesima mensilità.

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