A Parigi la Conferenza umanitaria su Gaza. Nella guerra Israele-Hamas “dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco”, ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron. “Nell’immediato – ha detto – è sulla protezione dei civili che dobbiamo lavorare. Per questo abbiamo bisogno di una pausa umanitaria molto rapida e dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco”. Macron ha insistito sul fatto che a 33 giorni dall’inizio del conflitto con l’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, il cessate il fuoco “deve diventare possibile”. All’Eliseo anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “L’Italia ha già inviato una nave” logistica con forniture sanitarie “che è partita dal porto di Civitavecchia, una nave militare per aiutare a curare i feriti. Poi invieremo un ospedale militare, stiamo discutendo con le autorità americane ed egiziane” su questo. “Bisogna assolutamente aiutare i poveri palestinesi che non sono Hamas. Hamas è un’altra cosa”, fermo restando “il diritto di Israele di difendersi”, ha aggiunto Tajani, sottolineando che sugli aiuti a Gaza “l’Europa ha già mandato un messaggio chiaro” e ieri “lo ha fatto anche il G7”. “Concretamente, vorrei ribadire qui la disponibilità dell’Italia, in collaborazione con i nostri amici negli Emirati Arabi Uniti, ad accogliere alcuni minori palestinesi che necessitano di essere ricoverati in ospedale”, ha sottolineato il ministro degli Esteri nel suo intervento a Parigi. “Dobbiamo impiegare tutti i mezzi possibili per evitare una crisi umanitaria a Gaza” e “l’Italia è pronta a fare la sua parte. Abbiamo inviato i primi due voli di aiuti umanitari a Gaza ad Al-Arish. Abbiamo in programma di rafforzare ulteriormente le nostre attività umanitarie”. “Sottolineiamo l’importanza vitale di rafforzare il nostro sostegno all’Autorità Nazionale Palestinese”, ha detto poi il ministro degli Esteri, perché “la ripresa di un processo politico è l’unica prospettiva credibile per una soluzione duratura alla crisi” ed “è essenziale rinvigorire le aspirazioni per la creazione di due Stati”. “La ricerca della pace e della sicurezza in Medio Oriente sarà una delle principali priorità della Presidenza italiana del G7”. “È essenziale sottolineare che Hamas e la sua ideologia fanatica non rappresentano la popolazione palestinese – ha spiegato durante la Conferenza internazionale -. La nostra posizione deve riflettere questo fatto inequivocabilmente” ed “è imperativo proteggere tutti i civili in ogni momento, nel rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale”. “Non può esserci un cessate il fuoco quando ancora Hamas continua a lanciare missili su Israele perché non possiamo non preoccuparci della popolazione civile israeliana”, ha spiegato poi il titolare della Farnesina in conferenza stampa dopo il summit. “Hamas è un’organizzazione criminale e difenderla è un grave errore”, ha aggiunto rispondendo a una domanda in merito a possibili manifestazioni di sostegno in Italia. “L’obiettivo finale è la pace ma la pausa umanitaria può permettere di portare in salvo persone attraverso corridoi” umanitari e permettere l’arrivo di aiuti umanitari, medici e ospedali, ha sottolineato. La “conferenza umanitaria” su Gaza convocata da Macron punta a sbloccare gli aiuti umanitari verso la Striscia. Israele non partecipa, ma Macron ha parlato martedì scorso con il premier Benjamin Netanyahu e ci riparlerà al termine della riunione, secondo fonti della presidenza francese. Il leader di Parigi ha anche avuto negli ultimi giorni colloqui telefonici con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi e l’emiro del Qatar, Tamim ben Hamad Al-Thani ma a Parigi i Paesi arabi non sono rappresentanti al più alto livello. L’Autorità palestinese ha inviato il suo premier e l’Egitto, che controlla il valico di Rafah, è rappresentato da una delegazione ministeriale. Il passaggio degli aiuti umanitari per Gaza attraverso il valico di Rafah con l’Egitto “è la priorità”, ma bisogna esaminare anche “altri punti di passaggio”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Ha precisato che discussioni a questo proposito sono in corso anche con Cipro, per la creazione di un corridoio umanitario marittimo. Cipro è lo Stato membro dell’Ue più vicino alla Striscia di Gaza, con una distanza di 200 miglia nautiche. Intanto, tredici Ong invocano un “cessate il fuoco immediato” nonché “garantire l’accesso degli aiuti a Gaza e il rispetto del diritto internazionale umanitario”. L’Onu ritiene che i bisogni per la popolazione civile nella Striscia e e in Cisgiordania ammontino a 1,2 miliardi di dollari fino al 2023. La conferenza di Parigi punta, tra l’altro, a coordinare gli aiuti al livello internazionale e a “mobilitare tutti i partner e contributori per rispondere a questi bisogni”. Secondo il ministero degli Esteri francese, sono previste discussioni sull’aiuto alimentare, equipaggiamenti medici ed energia.

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