Una forte scossa di terremoto – magnitudo 7 della scala Richter – ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco, provocando 1.037 morti e 1.204 feriti, 721 dei quali in gravi condizioni. Lo scrive il media marocchino Medias24 sul suo sito. I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre. L’epicentro è stato localizzato al centro del paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech. La scossa però è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi. Ingenti i danni materiali. Sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un eventuale piano di emergenza. Il ministero ha inoltre sottolineato che il terremoto ha causato il crollo di diversi edifici, in particolare nelle province e nei comuni di al-Haouz, Taroudant, Chichaoua, Ouarzazate e Marrakech. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Meloni – si spiega – ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza”. Il bilancio del sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano l’Atlante sono molto poveri, spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’. Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno sabato mattina. “Estremamente addolorato per la perdita di vite umane a causa del terremoto in Marocco”. Prima di accogliere i leader al G20 di New Delhi, il primo ministro indiano Narendra Modi con un tweet ha espresso vicinanza al Paese nordafricano colpito dal sisma. “In quest’ora tragica, i miei pensieri vanno al popolo del Marocco – ha aggiunto -. Condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari. Possa chi è rimasto ferito riprendersi al più presto. L’India è pronta a offrire tutta l’assistenza possibile al Marocco in questo momento difficile”. “Sono circa 200 gli italiani presenti nell’area colpita dal sisma e non risultano vittime o feriti”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg2 inviando un messaggio ai connazionali nel Paese colpito dal sisma ad evitare l’aeroporto di Marrakech dove ci sarà un funzionario dell’ambasciata per dare indicazioni ma che “è intasato” e raggiungere quelli di Casablanca o Rabat con i bus per “rientrare eventualmente in Italia”. “Il governo segue minuto per minuto, persona per persona, la situazione: l’ambasciata, il consolato e l’Unità di crisi della Farnesina stanno rispondendo a tutte le chiamate” per dare assistenza. “La Protezione Civile è già a disposizione per intervenire . Fino adesso non c’è stata nessuna richiesta. Ho parlato il responsabile della Protezione Civile che è in attesa di richieste. La nostra organizzazione è una delle migliori al mondo, è pronta ad essere operativa nel giro di pochi minuti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg2 a proposito del terremoto in Marocco. Il presidente Usa Joe Biden è “profondamente addolorato per la perdita di vite umane e la devastazione del terremoto” di questa notte che ha colpito il Marocco. “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti a tutti coloro che sono colpiti da questa terribile difficoltà”, ha aggiunto Biden in una nota della Casa Bianca. “La mia amministrazione è in contatto con i funzionari marocchini. Stiamo lavorando per garantire che i cittadini Usa in Marocco siano al sicuro e siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria al popolo marocchino. Gli Usa sono vicini al Marocco e al mio amico re Mohammed VI in questa fase difficile”. “Appreso con dolore del terremoto che violentemente ha colpito il Marocco”, papa Francesco esprime “la sua comunione nella preghiera di fronte a questo disastro naturale”. “Triste per questo evento”, si legge in un telegramma di cordoglio per le vittime inviato tramite il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice manifesta la sua “profonda solidarietà a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia”: prega “per il riposo dei defunti, per la guarigione dei feriti e per la consolazione di chi piange la perdita dei propri cari e della propria casa”. Francesco chiede all’Altissimo di sostenere i marocchini in questa prova e offre il suo incoraggiamento alle autorità civili e ai servizi di soccorso”. “Finora siamo riusciti ad entrare in contatto con tutte le segnalazioni” riguardo agli italiani in Marocco, Paese colpito nella notte da un forte sisma. Lo ha riferito l’ambasciatore d’Italia a Rabat, Armando Barucco, parlando con RaiNews24. Barucco ha quindi confermato che al momento non risultano italiani coinvolti: “Monitoriamo di ora in ora – ha detto – anche con le autorità marocchine”. “La notizia del sisma che ha colpito questa notte il Marocco ha suscitato negli italiani tutti e in me personalmente immensa tristezza. In questa circostanza così dolorosa per l’amico popolo marocchino, desidero far pervenire a Vostra Maestà, al Governo e a tutte le famiglie di quanti hanno perso la vita le espressioni di profondo cordoglio dell’Italia e le mie sentite condoglianze”. E’ quanto scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al re del Marocco Muhammad VI. “Vi siamo vicini con sentimenti di autentica solidarietà e auguriamo ai feriti un completo ristabilimento, manifestando disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”, conclude Mattarella. Il terremoto in Marocco è stato “estremamente energetico, quasi equivalente al sisma in Irpinia del 1980”, ha detto all’ANSA Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Avvenuto a 10 chilometri di profondità quando in Italia era da poco passata la mezzanotte, il terremoto avvenuto lungo la catena montuosa dell’Atlante ha una magnitudo calcolata da alcuni in 6,8 e da altri in 7, considerando il margine di incertezza che accompagna sempre questo tipo di misura. Il terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980 era stato di magnitudo 6,9. Nel terremoto avvenuto in Marocco è stata liberata una fortissima energia, ma non è al livello del terremoto in Turchia del febbraio 2023, osserva ancora Doglioni: “Il sisma in Turchia ha provocato la distruzione di 200.000 edifici e 50.000 morti, su un’area di 50.000 chilometri quadrati. Nel caso del Marocco la superficie coinvolta è inferiore”. Medici Senza Frontiere (Msf), profondamente addolorata per quanto accaduto in Marocco, è in contatto con le autorità locali per inviare immediatamente team d’emergenza. Le équipe di Msf, che attualmente non gestisce operazioni in Marocco, valuteranno i bisogni della popolazione e un possibile intervento d’emergenza, si legge in un comunicato dell’organizzazione. Come avviene dopo ogni terremoto, la priorità adesso è la ricerca delle persone sotto le macerie, attività solitamente svolta grazie alla solidarietà locale. Le vie di comunicazione e di approvvigionamento devono essere velocemente ripristinate per la distribuzione di forniture. In questo momento è necessario curare i feriti ed eseguire interventi medici d’emergenza, come interventi chirurgici e dialisi, resi difficoltosi dalle condizioni difficili causate dal terremoto. Altre priorità potrebbero essere il ripristino dei servizi sanitari e la distribuzione di beni essenziali.

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