
È diventato un caso nazionale il selfie di gruppo nel Transatlantico di Montecitorio in cui spiccano Elly Schlein e Enzo Guida, il sindaco Pd di Cesa condannato in primo grado a 2 anni di reclusione, pena sospesa, per stalking e diffamazione ai danni dell’allora moglie Tina Bove. Il primo cittadino del comune in provincia di Caserta, che ha fatto ricorso in Appello, è imputato anche in un altro processo per maltrattamenti in famiglia, vittima sempre l’ex consorte. Dopo l’articolo esclusivo di Italia Notizie (clicca qui), anche il Secolo d’Italia ha ripreso la vicenda rimarcando il doppiopesismo della sinistra e ponendo una domanda legittima alla segretaria dem: “La Schlein prenderà le distanze da quel simpatico selfie? E magari ritirerà la tessera al sindaco condannato in primo grado per quella forma di opportunità politica che tanto sollecita quando le vicende giudiziarie interessano la destra?” (clicca qui). Lo scandalo è stato riportato anche dal giornale di inchiesta Stylo24 (clicca qui).

In seguito alla bufera mediatica il Pd di Cesa ha cercato di fermare lo tsunami con le mani con un post Fb per “esprimere il proprio pieno e convinto sostegno all’operato del sindaco, avv. Enzo Guida, riconoscendone l’impegno costante e la determinazione nel promuovere un cambiamento concreto e positivo per la nostra comunità”. La scontata difesa d’ufficio dei dem cesani è una toppa peggiore del buco. “Condanniamo fermamente – si legge nel commento social – ogni forma di atteggiamento denigratorio e populista, che nulla ha a che vedere con il confronto politico serio e costruttivo”.
Quali sarebbero gli atteggiamenti denigratori e populisti? La sentenza di condanna per stalking e diffamazione è stata emessa dal tribunale Napoli Nord nel giugno 2022. L’Appello è tuttora in corso. Davanti allo stesso tribunale è alle battute finali un altro processo, quello in cui Guida è imputato per maltrattamenti in famiglia, mentre l’attuale convivente Erika Alma, pure lei del Pd, è imputata per diffamazione. Parte lesa l’ex moglie del sindaco. Dagli atti processuali è emerso e sta emergendo con chiarezza che l’unica vittima di questa brutta storia è la signora Bove. Per caso, com’è avvenuto in primo grado, qualcuno vorrebbe trasformare la vittima in carnefice e il carnefice in vittima? È inutile aggrapparsi sugli specchi. E soprattutto è offensivo nei confronti di una donna contro la quale “è stata messa in moto la macchina del fango per creare attorno a lei il vuoto sociale”, come hanno ribadito in aula gli avvocati difensori, evidenziando che i giudici hanno considerato persecutorio tale “sistema”. “Tali comportamenti, privi di contenuti e argomentazioni, – recita un altro passo del post del Pd di Cesa – rappresentano un attacco gratuito a chi, con competenza e dedizione, sta contribuendo a scrivere una nuova pagina della storia del nostro paese. Ribadiamo, dunque, il nostro appoggio al Sindaco Guida e al progetto di rinnovamento amministrativo che sta portando avanti con coerenza, trasparenza e spirito di servizio”.

Se non fosse che il comune di Cesa ha conferito in appena 3 anni incarichi diretti per quasi 300mila euro a parenti degli amministratori locali e a politici organici alla maggioranza. Per non parlare dei concorsi comunali vinti con lo scorrimento delle graduatorie da mariti e figli di esponenti del centrosinistra (clicca qui). Ciò non toglie che l’amministrazione abbia raggiunto anche risultati positivi, ma allo stesso tempo bisogna avere l’onestà intellettuale e politica di denunciare i provvedimenti che vanno nella direzione opposta alla tanto propagandata “coerenza, trasparenza e spirito di servizio”. Il Pd di Cesa è l’ultimo partito al mondo che può impartire lezioni di moralità. Per 27 giorni di lavoro il segretario locale dem Giuseppe Mangiacapre ha intascato 11.648 euro, grazie al progetto “Professionisti al Sud” promosso dai comuni di Cesa e di Parete. Importo complessivo di 101.504 euro. Equamente diviso in due. Vincitori l’ingegnere cesano Mangiacapre, appunto, e il paretano Raffaele Macchione, anche lui ingegnere (primo link in basso). A volte il destino è cinico e baro. La selezione è stata vinta da due tecnici residenti proprio nei due comuni promotori del progetto. Una coincidenza beffarda per chi è stato escluso. Una tempesta perfetta per chi ha vinto. Ma così va la vita. C’è chi vince e c’è chi perde. L’importante non truccare le carte.

Al segretario del Pd il comune di Cesa ha liquidato 6.240 euro per 15 giorni di lavoro nel bimestre aprile-maggio (secondo link in basso) e 5.408 euro per 12 giorni lavorativi nel bimestre giugno-luglio 2024 (terzo link in basso). Totale: 11.648 euro per 27 giorni di lavoro. Ben 400 euro al giorno a persona al netto degli oneri accessori di legge e dell’iva. Mica tanto se si considera che un insegnante delle scuole superiori arriva a guadagnare la bellezza di circa 1.500 euro al mese. “Con la cultura non si mangia”, affermava l’ex ministro Giulio Tremonti durante il berlusconismo. E qui bisogna mangiare sennò non si vive bene. Mica vogliamo ridurci alla sopravvivenza come gli operai che pur lavorando non arrivano all’ultima settimana?
E poi vuoi mettere un ingegnere con un operaio? Oppure con i lavoratori dei call center che per 8 ore al giorno senza poter andare nemmeno in bagno si mettono in saccoccia quasi mille euro al mese. Per il Pd di Cesa una roba del genere è “coerenza, trasparenza e spirito di servizio”. Andatelo a dire a quelli senza santi in paradiso. Anzi, senza parenti e amici nell’amministrazione di centrosinistra.
Mario De Michele
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