Fonti della sicurezza israeliana hanno riferito che è possibile che i negoziatori finalizzino un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione di ostaggi durante i colloqui di giovedì, al Cairo o a Doha, e che l’accordo possa essere messo in atto nei giorni successivi. Lo riporta Channel 12 aggiungendo che Hamas sarà rappresentato al vertice (da altri negoziatori) e quindi sarà possibile per i mediatori fare la spola tra le due parti. In serata Hamas, in proposito ha reso noto che non invierà suoi negoziatori diretti per il colloqui del 15 agosto. Hamas ha annunciato in serata di aver respinto l’invito di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per un ultimo round di negoziati sull’accordo di cessate il fuoco e sulla presa degli ostaggi a Gaza, previsto per giovedì. Lo scrive Axios precisando che l’annuncio di Hamas rappresenta una battuta d’arresto significativa per gli sforzi dell’amministrazione Biden. Hamas ha spiegato che alla base ci sono le nuove condizioni presentate da Netanyahu, l’assassinio da parte di Israele di Haniyeh e i recenti attacchi aerei israeliani a Gaza, in cui sono morti decine di palestinesi. L’annuncio di Hamas di non partecipare ai colloqui di giovedì per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi è una tattica negoziale, di contrattazione, ha dichiarato ai media ebraici un alto funzionario israeliano a conoscenza dei negoziati. La tattica viene utilizzata in vista di un possibile attacco iraniano e di Hezbollah contro Israele e mira a garantire migliori condizioni per il gruppo terroristico in un potenziale accordo, ha affermato il funzionario anonimo citato da The Times of Israel. Biden: ‘A Gaza un accordo è possibile’. Sinwar ‘interessato’ – Paesi negoziatori, diretti e indiretti, Israele e Hamas letteralmente sotto pressione per arrivare a un buon esito dei colloqui di Ferragosto che decideranno sulla tregua temporanea a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Un accordo “è ancora possibile”, incalza Joe Biden. E mentre Yahya Sinwar fa trapelare di essere “interessato” a raggiungere un’intesa, la maggior parte delle indiscrezioni da Washington, e da Gerusalemme, fa capire che gli sforzi del presidente americano sono diretti in particolar modo su Benyamin Netanyahu che, pur avendo dato la disponibilità a inviare la sua squadra negoziale, a Doha o al Cairo, sta mantenendo un silenzio ostinato sulle sue reali intenzioni. Un comportamento che ha fatto salire la tensione, al punto che la Casa Bianca starebbe pensando di accusare pubblicamente Bibi di aver danneggiato i colloqui e impedito il rilascio degli ostaggi se tutto dovesse andare storto, come hanno riferito fonti diplomatiche a Haaretz. L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza “è ancora possibile”, ha affermato Biden in un’intervista alla Cbs, “il piano che ho messo insieme, approvato dal G7 e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è ancora fattibile. Sto lavorando letteralmente ogni singolo giorno con tutta la mia squadra per fare in modo che ciò accada e per evitare l’escalation in una guerra regionale”. Dichiarazione arrivata nel giorno in cui media arabi hanno fatto sapere che il neo presidente iraniano Masoud Pezeshkian avrebbe convinto Ali Khamenei a rinviare il previsto attacco a Israele a dopo la formazione del nuovo governo: Israele tuttavia continua a prepararsi a tutto, compreso un eventuale attacco congiunto di Iran, Hezbollah e i loro alleati, definito “la nuvola nera”. Nel frattempo è emerso che da alcuni giorni Israele è stato informato da Egitto e Qatar delle indicazioni arrivate dai tunnel di Gaza: il leader di Hamas Yahya Sinwar è interessato all’accordo. Ma in Israele gli analisti concordano che, al contrario, “nessuno riesce a capire quali siano le reali intenzioni di Netanyahu”. Se intenda cioè continuare a tenere il Paese nel pantano mortale della guerra, mantenendo la coalizione con i ministri della destra sionista religiosa Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. O se voglia cogliere l’ultima opportunità di intesa con la milizia islamica. A sintetizzare lo stato dell’arte ci ha pensato il commentatore israeliano Israel Ziv: “La situazione è quella di un’attesa imbarazzante per il Paese, mentre viene bombardato da nord e sud dopo dieci mesi di combattimenti. E dimostra che non esiste deterrenza. Continuare su questa strada non porterà a niente”, ha spiegato a Ynet. Secondo i media il 15 agosto sono previsti “colloqui di prossimità”, in cui i due team siedono in stanze adiacenti, con un mediatore a fare la spola tra le delegazioni a ritmo serrato. La squadra di funzionari statunitensi dovrebbe arrivare nelle prossime ore in Medio Oriente. Già sabato è trapelato che nella regione potrebbe volare anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. Fonti vicine al dossier hanno detto che sul tavolo c’è la lista di ostaggi ancora in vita che Hamas potrebbe rilasciare, il rapporto numerico tra ostaggi e detenuti palestinesi che Hamas ha chiesto di liberare nello scambio, la loro identità. Elementi delicatissimi su cui si concentrano i mille timori per il piano di Ferragosto. Hamas dice ai mediatori di Gaza di attuare il piano di tregua del presidente Usa Joe Biden invece di “ulteriori colloqui”. Il movimento islamico palestinese Hamas ha invitato questa sera ad “applicare” il piano in tre fasi proposto agli inizi di luglio dagli americani per una tregua a Gaza, “piuttosto che condurre ulteriori negoziati o presentare nuove proposte”. Giovedì, dopo dieci mesi di guerra, Israele ha accettato di riprendere le trattative il 15 agosto in vista di una tregua e del rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza da Hamas, in risposta a un appello dei mediatori americani, egiziani e del Qatar. Secondo l’apparato di sicurezza israeliano, l’Iran è intenzionato a mantenere le promesse di punizione per gli assassini del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran attaccando con più forza di quanto ne abbia usata in aprile, quando lanciò centinaia di missili e droni, ma avvertendo prima. Lo riferisce la tv pubblica Kan. Le valutazioni del sistema di difesa israeliano prevedono che la repubblica islamica abbia pianificato un attacco più ampio, con obiettivi in alcuni punti strategici sensibili. Secondo uno scambio di messaggi e minacce tra Iran e Israele, i prossimi giorni saranno estremamente tesi, ha riportato Kan.

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