“Il combattimento sarà condotto nei prossimi giorni con grande forza” a Gaza. Lo ha detto ai soldati il premier israeliano Benyamin Netanyahu in visita ad una base, nel sud del Paese, della Sayeret Matkal, l’unità di forze speciali dell’esercito. E’ morto Eviatar Moshe Kipnis, uno dei tre italo-israeliani di cui non si avevano più notizie dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Con lui era scomparsa anche la moglie Liliach Le Havron dal kibbutz di Beeri, dove sono stati trovati 108 cadaveri. Evitar Moshe Kipnis è stato identificato tra le vittime in base all’esame del Dna. Non ci sono conferme sulla sorte della moglie. La morte dell’italo-israeliano, 65enne, è stata confermata dalla Farnesina. L’ambasciata d’Italia a Tel Aviv è in contatto con la famiglia per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento. Nell’esprimere le condoglianze ai familiari del signor Kipnis, il vicepremier Antonio Tajani ribadisce il massimo impegno del governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili. Una salva di razzi è stata lanciata da Gaza nel centro di Israele, compresa l’area grande di Tel Aviv, dove si sono sentite forti esplosioni in aria per l’intercettazione da parte dell’Iron Dome. Ma anche al sud, dove è stata presa di mira di nuovo Ashkelon. Secondo i media ci sono due feriti a Sderot. Un raid dell’esercito israeliano ha provocato la morte di almeno sei persone che si erano rifugiate in una scuola a Gaza. Lo rende noto l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Le sirene sono tornate a suonare a Tel Aviv, dove è stata udita una forte esplosione in cielo dovuta agli intercettamenti dell’Iron Dome. Un raid israeliano ha colpito un complesso ospedaliero a Gaza, provocando almeno 600 morti. Lo hanno affermato le autorità di Hamas che governano la Striscia, secondo quanto riferisce il Guardian. Si tratta – scrive il giornale britannico citando le autorità palestinesi della Striscia – dell’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital al centro di Gaza City. Secondo Al Jazeera la maggior parte dei feriti sembrano essere donne e bambini. Nella struttura si erano rifugiate molte famiglie. Il primo ministro britannico Rishi Sunak si prepara a compiere una visita in Israele sulla scia del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del presidente americano Joe Biden, alla luce della riesplosione del conflitto israelo-palestinese. Lo anticipa Sky News Uk citando fonti proprie e in attesa di conferme ufficiali. La visita potrebbe svolgersi “forse già giovedì” 19, precisa l’emittente, stando alla quale Downing Street sta pianificando un tour regionale più ampio che comprende anche Giordania ed Egitto. Israele sarebbe in trattative con SpaceX di Elon Musk per una rete di satelliti Starlink così da rafforzare le comunicazioni in vista di una possibile incursione via terra a Gaza. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, secondo la quale la rete consentirebbe alle città israeliane vicino al confine di avere un continuo accesso a internet. L’esercito israeliano si sta preparando per le prossime tappe nella guerra contro Hamas ma i piani potrebbero essere diversi dall’attesa invasione via terra della Striscia. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hecht. “Ci stiamo preparando – ha spiegato in un briefing con i giornalisti – ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”. Hamas annuncia che uno dei suoi principali comandanti, Ayman Nofal, è stato ucciso in un attacco israeliano. E’ salito a circa tremila morti il bilancio degli attacchi di Israele sulla Striscia, ha fatto sapere il ministero della sanità locale citato dai media. Il presidente Usa Joe Biden resterà in Israele nella sua visita di domani per circa 5 ore. Lo riferisce la tv israeliana canale 12. Confermata – secondo la stessa fonte – anche la successiva vista ad Amman per un incontro con re Abdallah II. Biden parteciperà ad un summit con il presidente dell’Anp Abu Mazen e quello egiziano Abdel-Fattah al-Sisi. L’ordine di evacuare la popolazione del Nord della Striscia di Gaza dato da Israele potrebbe configurare un crimine internazionale di “trasferimento forzato illegale di civili”: lo ha detto oggi a Ginevra la portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani. “Sembra che non vi sia stato alcun tentativo da parte di Israele di garantire un rifugio adeguato e condizioni soddisfacenti di igiene, salute, sicurezza e nutrizione agli 1,1 milioni di civili, cui è stato ordinato di trasferirsi”, ha detto Shamdasani. “Siamo preoccupati che questo ordine, combinato con l’imposizione di un assedio completo su Gaza, non possa essere considerato un’evacuazione temporanea legittima ed equivarrebbe quindi a un trasferimento forzato di civili, in violazione del diritto internazionale”, ha sottolineato. La portavoce ha aggiunto che “le spaventose notizie secondo cui civili che tentavano di trasferirsi nel Sud di Gaza sono stati colpiti e uccisi da armi esplosive devono essere oggetto di indagini indipendenti e approfondite, così come tutte le accuse di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale”. Secondo l’Onu, peraltro, nei negozi di Gaza sono rimasti generi alimentari sufficienti solo per altri 4-5 giorni: “nei negozi le riserve (di cibo) sono di pochi giorni, forse quattro o cinque”, ha detto la portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu, Abeer Etefa, in videoconferenza dal Cairo durante un briefing per i media a Ginevra. I convogli con gli aiuti umanitari da giorni bloccati in Egitto, per i pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, si sono diretti oggi verso il valico di frontiera di Rafah con l’enclave palestinese assediata. “Siamo arrivati al terminal e ora stiamo aspettando il passo successivo”, ha segnalato Heba Rashed, che dirige il gruppo umanitario Mersal. Centinaia di altri camion si stanno dirigendo lungo la strada costiera per il viaggio di 40 chilometri dalla città egiziana di El Arish a Rafah, hanno rilevato altri funzionari umanitari. Un funzionario della Mezzaluna Rossa ha confermato che convogli umanitari si stavano radunando sul lato egiziano della città di confine divisa di Rafah. “Non ci è stato detto a che ora attraverseremo, ma ci è stato chiesto di dirigerci a Rafah”, ha detto il funzionario della Mezzaluna Rossa egiziana. “Si potrebbe dire che siamo vicini ad un accordo sull’ingresso degli aiuti e sull’uscita degli stranieri”, ha detto. L’esercito israeliano sta di nuovo reagendo con l’artiglieria nel sud del Libano dopo che colpi leggeri sono stati sparati in direzione di postazioni lungo la barriera di sicurezza tra i due Paesi. Lo ha detto l’esercito israeliano aggiungendo che poco fa un missile anticarro è stato lanciato verso una postazione militare nei pressi della comunità agricola di Margaliot ad un passo dal confine del Libano. Continua il lancio di razzi da Gaza verso Israele. In queste ultime ora – ha fatto sapere il portavoce militare – sono stati presi di mira il centro del Paese (compresa Rishon Letizion) e la cittadina costiera di Ashkelon che non dista molto dalla Striscia. Il video diffuso ieri della ragazza tenuta in ostaggio a Gaza, Maya Sham, ”è terrorismo psicologico condotto da Hamas contro i cittadini di Israele”. Così il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari. “Prevediamo che ci saranno altri filmati, e siamo determinati a combattere contro questo genere di guerra”, ha aggiunto. Riferendosi alle immagini in cui la giovane appare bendata, Hagari ha detto: ”Hamas cerca di presentarsi come un’organizzazione umana, mentre ha compiuto crimini atroci”. Hamas ”ha infierito contro gli stessi abitanti di Gaza, rubando combustibile e scorte di cibo e chiudendoli nel nord della Striscia”. L’esercito ha fatto sapere “di aver ucciso quattro terroristi che tentavano di infiltrarsi in Israele dal Libano”. Secondo il portavoce, i quattro stavano cercando di piazzare un ordigno esplosivo vicino al confine. Come risposta – ha aggiunto il portavoce – l’esercito ha lanciato un attacco aereo nella zona. L’artiglieria israeliana sta colpendo colline del Sud del Libano a ridosso della Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi, nei pressi di Kfar Kila, di fronte alla cittadina israeliana di Metulla, in risposta a un attacco di razzi anticarro lanciato dal Sud del Libano sul centro abitato di Metulla. ”Al nostro confine nord siamo in massima allerta. Nella misura in cui gli Hezbollah compiranno un grave errore reagiremo con una potenza molto elevata”: lo ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari dopo che nella notte è stata sventata una infiltrazione armata dal sud del Libano e prima dell’attacco odierno alla cittadina di Metulla, nell’alta Galilea. ”Lo Stato del Libano deve chiedersi se è disposto a mettere in pericolo il Paese per i terroristi dell’Isis a Gaza. Deve proprio porsi questa domanda”. Un razzo anticarro è esploso nella cittadina di Metulla nella Alta Galilea, a ridosso del confine con il Libano. Secondo la televisione pubblica Kan, due persone sono rimaste ferite. Già ieri gran parte degli abitanti erano sfollati. Il sindaco di Metulla ha fatto appello a quanti sono rimasti di partire immediatamente. Secondo i media questo attacco è stato rivendicato dagli Hezbollah. L’insediamento israeliano di Metulla è stato colpito da proiettili sparati dal Sud del Libano. Lo riferiscono testimoni oculari e fonti dell’intelligence militare libanese nel sud del Libano, ma non autorizzate a parlare con i media. Una colonna di fumo, che sale da uno degli edifici di Metulla, è visibile dal lato libanese della Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi.
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