Sono due coniugi, Damiano Noschese e Mariabarbara Vacchiano, e uno dei figli minorenni della coppia, i tre arrestati per l’omicidio di Marzia Capezzuti, 29enne milanese scomparsa da Pontecagnano Faiano nel mese di marzo 2022. Nei loro confronti sono state eseguite dai Carabinieri del nucleo investigativo di Salerno due ordinanze, una emessa dal gip del Tribunale ordinario di Salerno e un’altra dal gip presso il Tribunale per i minorenni. Nei confronti dei tre indagati sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza in merito all’omicidio; nei confronti dei coniugi si contestano anche i reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona e indebito utilizzo di carte di pagamento, mentre nei confronti del minore è contestato solo l’omicidio e occultamento del cadavere. La vittima, con un passato di istituzionalizzazione, si era stabilita a Pontecagnano dal 2017 trovando ospitalità presso la famiglia Vacchiano-Noschese in quanto legata da una relazione sentimentale con uno dei componenti della famiglia, presso la quale era rimasta anche dopo la morte prematura del compagno. L’insorgenza dell’astio nei confronti della giovane da parte dei componenti della famiglia sarebbe legato al fatto che la 29enne era stata ingiustamente incolpata del decesso del giovane. Sarebbe stata quindi sottoposta a maltrattamenti e torture per «mero intento e spirito punitivo», spiega una nota della Procura di Salerno. Inoltre gli indagati si sarebbero impossessati della sua pensione di invalidità Inps, prelevandola mensilmente. Il caso di Marzia Capezzuti ha assunto a lungo i connotati di un giallo. I resti della 29enne milanese furono ritrovati il 25 ottobre scorso in un casolare tra le colline di Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano. I carabinieri, dopo mesi di indagini, riuscirono ad individuare il punto nel quale, secondo l’accusa, fu abbandonato il cadavere. Il caso è stato a lungo seguito anche dalla trasmissione «Chi l’ha visto» che, in diverse puntate, ha ospitato in collegamento i genitori della 29enne. La Procura di Salerno aveva da tempo aperto un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere, indagando anche alcuni familiari del fidanzato di Marzia, deceduto nel 2019. La ragazza, infatti, era rimasta a Pontecagnano Faiano anche dopo la scomparsa del compagno ma, secondo l’accusa, sarebbe stata segregata in casa e avrebbe subito continue violenze. Proprio durante una puntata di «Chi l’ha visto», fu mostrata una foto scattata da un cittadino, nella quale Marzia appariva con il volto pieno di lividi e con macchie di sangue. Uno scatto che risalirebbe a pochi mesi prima della scomparsa avvenuta il 7 marzo del 2022. Ora, a distanza di oltre un anno, Procura e carabinieri sono arrivati ad una svolta nelle indagini con l’esecuzione di tre misure cautelari, di cui una a carico di un minorenne. Marzia Capezzuti, la 29enne milanese uccisa nel Salernitano, era un soggetto «fragile e vulnerabile», che dal 2017 aveva trovato ospitalità presso il nucleo familiare di Pontecagnano Faiano dei due coniugi che ora sono stati arrestati per averla uccisa, insieme al loro figlio minorenne. Lo si legge in una nota congiunta della procura ordinaria e quella dei minorenni di Salerno, in cui il movente dell’omicidio viene individuato nell’ ‘astio del nucleo familiare Noschese-Vacchiano nei confronti della giovane« a causa della morte prematura di uno dei componenti della famiglia, che con lei aveva instaurato una relazione sentimentale, »decesso del quale Marzia Capezzuti sarebbe stata ingiustamente incolpata«. Nella nota non viene specificato quale sia stata la causa della morte dell’uomo, anche se si ipotizza un abuso di stupefacenti.
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