Il governatore della Liguria Giovanni Toti, secondo quanto si appende, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio davanti al Gip. Toti è assistito dall’avvocato Stefano Savi. “Chiederemo la prossima settimana di farci interrogare. Al momento stiamo leggendo tutte le carte”, ha aggiunto il legale. “Dopo – ha concluso – chiederemo la revoca dei domiciliari”. Tra i soldi per cui è stato chiesto il sequestro preventivo, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari il presidente della Liguria Giovanni Toti, ci sono anche 120 mila euro che Esselunga ha pagato per la pubblicità sulla Terrazza Colombo di Genova. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di un “finanziamento illecito” alla Lista Toti, in cambio dello sblocco di due pratiche pendenti in regione. Per questa vicenda, oltre al governatore, sono indagati il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e il consigliere di amministrazione della società Francesco Moncada. “Non potendo presentare la sfiducia al presidente Toti in Consiglio regionale, martedì prossimo, perché è sospeso dalla carica, faremo comunque pressioni politiche chiedendo spiegazioni su quanto sta accadendo. Già oggi però torniamo a chiedere che Toti si dimetta alla luce di quello che sta accadendo. Basta disastri che mettono a rischio la nostra Liguria”. Lo ha detto il segretario ligure del Partito Democratico Davide Natale. “La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l’Italia si ferma domani”. Così il vicepremier Matteo Salvini alla Reggia di Venaria, nel Torinese, risponde a chi gli chiede della vicenda giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari del governatore della Liguria Giovanni Toti. “Vorrei sapere – ha aggiunto il leader leghista – se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato”. “Mi sono già espresso sul caso Toti, non tanto come ministro ma come magistrato. Occorre avere sempre cautela e rispetto, attenderemo i risultati di un’eventuale impugnazione. Mi ha colpito che qualcuno si attende che sia l’indagato a dimostrare la sua innocenza, questa è una bestemmia in una civiltà democratica. È l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. Aspettiamo gli esiti di questa fisiologica dinamica del processo”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo a una domanda a margine del G7 a Venezia.
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