Spuntano le modifiche del governo alla manovra. Ma i lavori della commissione Bilancio della Camera, che sta esaminando la Finanziaria, procedono a rilento. Ieri una giornata di sedute lampo e continui rinvii. A frenare il percorso della legge di bilancio è il nodo del “mini-maxi” emendamento dell’esecutivo, un contenitore omnibus delle correzioni che permetterebbe al governo di sostituire il testo approvato dalla commissione. Ma la presidenza della Camera, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, avrebbe fermato nella notte lo schema perché incompatibile con le regole attuali. Ecco perché il “mini-maxi” emendamento sarà spacchettato e ritoccato prima di essere depositato. Serve tempo.

Le opposizioni protestano: “Col favore delle tenebre, stanotte la maggioranza ha presentato un maxi emendamento che di fatto era una nuova legge di bilancio”, dice la capogruppo del Pd, Chiara Braga. La ripresa dei lavori in commissione, prevista a mezzogiorno, slitta di un’ora e mezza. Parte la seduta, ma gli emendamenti del governo non arrivano. I dem chiedono conto dello slittamento al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e al sottosegretario al Mef, Lucia Albano. “È un atteggiamento inaccettabile: prima annunciate e assicurate il deposito degli emendamenti e le relazioni tecniche e poi tutto sparisce”, chiosa la deputata Cecilia Guerra. “Siamo fermi alle stesse ipocrisie con cui ci siamo lasciati ieri”, incalza il collega di Avs, Marco Grimaldi. Tempi più lunghi
Si annunciano tempi più lunghi per il via libera alla manovra. Il governo contava di chiudere i lavori in commissione all’alba di domenica, ma nelle ultime ore la tabella di marcia è stata rivista alla luce dei ritardi. Oggi i deputati esamineranno il testo della manovra fino alle tre del pomeriggio. Poi la seduta, stando a uno schema abbozzato ieri, si riaggiornerà lunedì. Domenica, infatti, i lavori saranno sospesi: è la giornata conclusiva di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in corso al Circo Massimo di Roma, mentre il Carroccio ha in calendario il congresso della Lega lombarda. Intanto in commissione sono arrivate le modifiche alla terza legge di bilancio del governo Meloni.

Giù la tassa sulle cripto, web tax solo per le big
Tra le novità contenute nella bozza del pacchetto del governo spunta una revisione della tassazione sulle criptovalute: l’aliquota per la tassazione di plusvalenze e di altri proventi realizzati con il rimborso o la cessione di criptoattività resterà ferma al 26% nel 2025 (stop alla no tax area fino a 2.000 euro). Poi a partire dal 2026 salirà al 33%: l’incremento è inferiore di 9 punti percentuali rispetto a quello previsto dal testo della manovra approvato in consiglio dei ministri, pari al 42%. Festeggia la Lega, che ha spinto per la modifica: “Ringrazio il ministro Giorgetti e il sottosegretario Freni per essere riusciti ad individuare una soluzione equilibrata e di buon senso, a tutela di un mercato importante e in crescita come è quello delle cripto, che anche in Italia sta registrando un forte sviluppo in termini di investimenti e di adesioni”, dichiara il deputato del Carroccio, Giulio Centemero. Arrivano anche le modifiche alla norma sulla web tax: la tassa al 3% per le società di servizi digitali si applicherà solo alle società che hanno conseguito ricavi nel 2024 superiori a 750 milioni.

Ires al 20% ma solo per chi investe e assume
Arriva anche il taglio di 4 punti percentuali, dal 24% al 20%, dell’imposta sulle società. Lo sconto, però, solo alle imprese che accantoneranno una quota non inferiore all’80% degli utili: almeno il 30% di queste somme dovrà essere destinata agli investimenti e in particolare all’acquisto di beni strumentali in stabilimenti che hanno sede in Italia. Gli investimenti non dovranno essere inferiori 20 mila euro. La riduzione dell’imposta è legata ad altre condizioni: le aziende dovranno aumentare gli occupati a tempo indeterminato di almeno l’1% e non devono far ricorso alla cassa integrazione nel 2024 e 2025.

Pagano le banche
Per finanziare la misura sollecitata da Confindustria, il governo chiede un nuovo contributo alle banche, aggiuntivo a quello dei 3,4 miliardi, in due anni, previsto dal testo della manovra approvato dal Consiglio dei ministri. Il nuovo prelievo è ottenuto da una riduzione della percentuale, dal 65% al 54%, delle compensazioni delle perdite fiscali registrate negli scorsi anni.

Il Fondo mutui
La garanzia statale del Fondo mutui per chi compra la prima casa sarà concessa “esclusivamente” e non più “prioritariamente” alle giovani coppie o ai “nuclei familiari monogenitoriali con figli minori”, oltre a chi vive nelle case popolari e ai giovani sotto i 36 anni. È un emendamento del governo a cambiare la norma sull’accesso al Fondo che assicura una garanzia del 50% su un finanziamento fino a 250 mila euro (all’80% per chi ha un Isee fino a 40 mila euro e richiede un mutuo superiore all’80% del prezzo d’acquisto dell’immobile).

Aumenti per i voli extra Ue
E aumenta anche la tassa d’imbarco per gli aerei. A partire da aprile dell’anno prossimo, infatti, l’addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri per voli extra-Ue salirà di 50 centesimi. A essere interessati dalla misura sono gli scali italiani che hanno un traffico superiore a 10 milioni di passeggeri l’anno. Si tratterebbe – in base alle stime indicate nella relazione tecnica allegata all’emendamento – di sei scali aeroportuali (tra i più grandi). L’incremento di gettito è stimato in 5,33 milioni per il 2025 (considerando che la misura parte da aprile) e in 8 milioni per il 2026.

Salgono tariffe autostradali
In arrivo anche un aumento dei pedaggi autostradali dell’1,8% nel 2025, “corrispondente all’indice di inflazione programmato per l’anno 2025 nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029”. Lo stesso emendamento proroga anche dal “31 dicembre 2024 al 30 giugno 2025” il perfezionamento delle proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari.

Proroga per il Fondo di garanzia pmi
È invece il sottosegretario al ministero delle Imprese, Massimo Bitonci, a riferire del parere positivo del Mef all’emendamento della Lega che proroga il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. “Ci saranno alcune novità, come la massima semplificazione con due sole aliquote: 50% sui finanziamenti per liquidità e 80% per i finanziamenti agli investimenti e startup”. Resta il massimale di 5 milioni per impresa. “Novità – aggiunge Bitonci – anche per il mondo dei Confidi con l’ulteriore aumento dell’importo ridotto da 80mila a 100mila euro per dare ancora più spazio ai consorzi per il credito alle microimprese: saranno valutate delle premialità per le banche che diversificano le garanzie non con la sola copertura del Fondo”. Cambia poi la definizione delle “small mid cap” per consentire di includere anche quelle imprese, considerate piccole, che però superano l’attuale criterio dei 250 dipendenti.

Assegno inclusione, si allarga la platea
Un emendamento riguarda l’assegno di inclusione: sale da 9.360 euro a 10.140 euro la soglia di reddito Isee da non superare per richiedere il contributo statale. Sale inoltre da 6.000 a 6.500 euro il valore del reddito familiare massimo, e da 7.560 a 8.190 euro la soglia di reddito massima per i nuclei composti da anziani o disabili. Si amplia anche la platea di chi può richiedere il supporto per la formazione e il lavoro: l’Isee familiare massimo passa da 6mila euro a 10.140. Il beneficio economico, quale indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, sale da 350 euro mensili a 500 euro mensili.

La spending review per la Rai
Articolato il capitolo relativo alla tv pubblica, con un piano di spending review incrementale negli anni. Per contribuire alla riduzione degli oneri di esercizio della Rai nel 2025, l’azienda promuove l’adozione di misure di razionalizzazione dei costi per consulenze esterne, mantenendoli nel complesso a un livello non superiore a quello conseguito nel 2023, con l’esclusione dei costi per consulenze relative a operazioni di carattere strategico. Nel 2026 la Rai è tenuta a realizzare una riduzione pari almeno al 2% rispetto all’ammontare sostenuto nella media del triennio 2021-2023. Per il 2027, la riduzione viene elevata al 4%. Per lo stesso motivo, la Rai nel 2025 mette in atto misure di contenimento dei costi esterni in modo da realizzare, nel 2026 e nel 2027, una riduzione dell’ammontare complessivo degli stessi pari almeno al 2% rispetto al totale sostenuto nel 2024. I costi per il personale vengono però esclusi dalla spending review.

Le opposizioni all’attacco
Le opposizioni vanno all’attacco. Secondo il deputato di Avs, Marco Grimaldi, ci sono stati problemi “di metodo e di merito” rispetto alle proposte di modifica dell’esecutivo. “C’erano tantissime coperture che non potevano stare in un maxi-emendamento. E come abbiamo detto al presidente della Camera e come è successo due anni fa andava spacchettato” e tutt’ora manca, continua Grimaldi, “una copertura che fa capire quali sono le uscite e quali le entrate. Non essendoci i presupposti per accettare un tipo di deposito di questo genere, le opposizioni si sono riservate di dare dei suggerimenti. Vediamo – conclude – se alle 12 saranno accolti”. Il governo replica con il sottosegretario all’Economia, Federico Freni: “C’è la volontà di fare le cose per bene, nel rispetto delle prerogative delle opposizioni e della maggioranza. La fretta è una cattiva consigliera”, ha detto lasciando i lavori della commissione.

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