Se non sarà ad Atreju, prima o poi Giorgia Meloni ed Elly Schlein si troveranno una di fronte all’altra per un confronto nella lunga strada verso le Europee. Intanto Bruno Vespa le ha inserite in uno speciale di Porta a Porta dedicato alla mafia e alle sue vittime, protagoniste entrambe per una quindicina di minuti, registrati in momenti diversi e montati in due spezzoni della trasmissione. Un tema comune, toni diversi. La premier impegnata a rivendicare i provvedimenti presi contro la criminalità organizzata, dalla “difesa del carcere ostativo” alla riqualificazione avviata a Caivano, prima tappa di una battaglia alle zone franche. La leader dem invece è critica, “preoccupata” perché l’esecutivo “ha fatto delle cose sbagliate, come i 300 milioni tolti dal Pnrr sui beni confiscati e il loro utilizzo sociale”. Entrambe promettono pragmatismo, e impegno a trovare terreni comuni, come quello esplorato negli ultimi giorni del contrasto alla violenza sulle donne. Intanto nel salotto di Bruno Vespa i toni sono simili solo quando si ricordano i drammi degli attentati del ’92 e le tante vittime della mafia. “Il fatto che la mafia oggi sia meno visibile negli attentati, non vuol dire che non continui a fare i propri affari. Anzi – avverte la premier -. È un momento in cui abbiamo molti investimenti, il Pnrr, bisogna essere estremamente fermi. Usano le nuove tecnologie, usano qualsiasi cosa. Bisogna essere veloci e mettersi continuamente in discussione”. La presidente del Consiglio arriva in trasmissione all’indomani della classifica stilata da Politico in cui è in testa fra i leader più influenti d’Europa, raccontata come un “camaleonte” protagonista di varie “inversioni a U che hanno generato sollievo su entrambe le sponde dell’Atlantico”. “Sono la prima? Si figuri come siamo messi…”, risponde scherzando a Vespa, prima di rivendicare di aver “smentito i pronostici, lavorando e dimostrando che puoi essere credibile e rispettato se dici quello che pensi e che gli altri non hanno il coraggio di dire. Quando da primo ministro sono arrivata in Europa mi si guardava come fossi una specie di marziano, un mostro, un’impresentabile…”. “Ho banalmente smentito i pronostici, lavorando e dimostrando che puoi essere credibile e rispettato se dici quello che pensi e che gli altri non hanno il coraggio di dire”. Così la premier Giorgia Meloni ha commentato la scelta di Politico di indicarla come la leader più influente d’Europa. “Si figuri come siamo messi…” ha inizialmente scherzato Meloni rispondendo a Bruno Vespa nello speciale di Porta a Porta. “Se lo merito non lo posso dire – ha detto -. Ho smentito i pronostici ancora una volta: quando da primo ministro sono arrivata in Europa mi si guardava come fossi una specie di marziano, un mostro, un’impresentabile…”. “Il piu grande insegnamento che Borsellino ha lasciato all’Italia è stato che quando la gioventù negherà il consenso, la misteriosa e onnipotente mafia svanirà come un incubo. È il consenso che rende la mafia quello che è. Borsellino non poteva tornare indietro, poteva andare solo avanti per dare l’esempio che non si potesse dare il proprio consenso”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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