Sono più che raddoppiati gli sbarchi di migranti nei primi sette mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: secondo i dati del Viminale sono stati 89.158 (rispetto ai 41.435 del periodo 2022, con una variazione percentuale del 115,18%). Il principale Paese di partenza verso l’Italia è la Tunisia (l’anno scorso Libia). Aumentano i soccorsi a seguito di eventi Sar, coinvolti nel 72,64% dei casi: 64.764 (di cui 3.777 soccorsi da Ong) rispetto ai 19.171 (6.224 soccorsi da Ong) del 2022. I rimpatri sono stati 2.561 (+28,05%) rispetto ai 2.000 dello scorso anno. Crescono anche le richieste di asilo: 72.460 (+70,59%). Un ragazzo egiziano è morto, pare per esalazioni di benzina, mentre era su un barcone carico di migranti che stava facendo rotta verso Lampedusa. Le condizioni del mare non sono più buone, durante la traversata alcuni migranti sono caduti in acqua. A bordo del natante in legno è stato il panico e in tanti si sono mobilitati per cercare di recuperare i compagni di viaggio. Il ragazzo viaggiava assieme ad altri 36 migranti, su una barca di 7 metri di legno, il giovane egiziano che è morto durante la traversata da Sfax, in Tunisia, verso Lampedusa. A raccontare ai soccorritori della Guardia di finanza cosa è accaduto sul natante sono stati gli egiziani, pakistani, sudanesi e somali che erano sulla stessa carretta. Il giovane egiziano, assieme ad altri 5 connazionali, era sottocoperta, pare stesse dormendo, quando la barca ha iniziato ad imbarcare acqua che si è, all’improvviso, mischiata con le taniche di benzina presenti nella piccola stiva. I migranti sono riusciti – secondo i loro racconti – a recuperare gli altri egiziani, salvandoli dall’annegamento. Il ragazzo è stato tirato fuori dalla stiva invece quando era ormai troppo tardi ed era già morto. Al momento dello sbarco dei 36 e della salma a molo Favarolo, la polizia Scientifica ha effettuato i rilievi sull’imbarcazione che è stata posta sotto sequestro. Sono 299 i migranti sbarcati, a partire dalla mezzanotte, a Lampedusa. Sette i barchini, tutti partiti da Sfax in Tunisia, soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera e Guardia di finanza e uno dalla Ong Nadir, uno invece quello che è riuscito ad arrivare direttamente sulla spiaggia dell’isola dei Conigli e 43 eritrei, etiopi e sudanesi sono stati intercettati e bloccati dai carabinieri lungo la strada di Ponente. Ieri sull’isola c’erano stati 14 approdi, con un totale di 454 persone e una salma, quella del giovane egiziano che è morto durante la traversata. Dieci tunisini, nella tarda serata, erano stati bloccati dai militari della tenenza della Guardia di finanza nei pressi del santuario della Madonna di porto salvo. Sui barchini soccorsi, durante la notte, c’erano da 19 a 45 persone, fra cui donne e minori, originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Mali e Senegal. Un natante in vetroresina di 5 metri, sul quale viaggiavano in 19 (4 donne e 7 minori), quello soccorso dalla nave ong Nadir, è stato trovato senza motore. I poliziotti della squadra mobile, sentendo i tunisini, proveranno a capire se anche loro sono stati vittime, o meno, di nuovi atti di pirateria. Inusuale inoltre quello che si sono trovati davanti agli occhi i militari della Guardia costiera: su un barchino di 6 metri, fra i 45 occupanti ben 31 erano donne e 8 minori, soltanto 6 gli uomini. Tutti i gruppi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, all’alba, c’erano 1.897 persone, fra cui 170 minori non accompagnati. Momenti di forte tensione e caos con rischio di una rivolta da parte dei migranti, nella tarda serata di ieri, nell’area di pre-identificazione creata all’estremità del porto di Porto Empedocle (Agrigento). Durante la distribuzione di panini e bottigliette d’acqua, i migranti presenti – circa 1.100 – si sono accalcati, chiedendo ripetutamente da mangiare. Sono intervenuti i poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa. Al porto Empedoclino sono accorsi anche il prefetto e il questore di Agrigento, rispettivamente Filippo Romano ed Emanuele Ricifari. Proprio il questore, durante i momenti di fortissima tensione, è entrato nell’area di pre-identificazione ed ha cercato di riportare la calma. Ancora una volta, con grande abilità, l’ordine e la sicurezza pubblica sono stati mantenuti dalle forze dell’ordine che però faticano a gestire tante persone, fra cui donne e bambini, sistemati in un’area che non è assolutamente attrezzata per questi numeri. E’ stata la ditta Tommasino Metalzinco di Cammarata (Agrigento) ad aggiudicarsi, ieri sera, i lavori per la realizzazione dell’hotspot a Porto Empedocle. Domani, la Prefettura di Agrigento effettuerà le comunicazioni di rito e, se non nella stessa giornata, in quelli immediatamente successivi, verrà aperto il cantiere. Si comincerà a lavorare subito, senza attendere l’esito delle verifiche burocratiche che seguono ordinariamente le aggiudicazioni. Non c’è infatti tempo da perdere, serviranno 3 mesi per realizzare il centro di primissima accoglienza di Porto Empedocle e, anche in base ai disordini ieri, sembrano sono troppi. In contrada Caos verranno collocati dei moduli abitativi che potranno ospitare 200, 250 persone. In queste strutture, che garantiranno una accoglienza dignitosa, verranno effettuate le procedure di fotosegnalamento, rilievo delle impronte digitali e dunque identificazione. Accanto, a circa 150 metri, quindi i migranti potranno raggiungere l’area di pre-identificazione a piedi, verranno collocate delle tende e sarà il posto dove potranno essere accolti, e assistiti dalla Croce Rossa italiana, i migranti che verranno fatti sbarcare a Porto Empedocle.
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