Un patto tra due sodalizi criminali nell’omicidio Tortora per assicurarsi il controllo del territorio. È quanto hanno accertato i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna che questa notte hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone accusati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. L’attività investigativa ha consentito di documentare l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali, uno formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì, classe 1977, e l’altro guidato da Bruno Avventurato, classe 1975, operante ad Acerra. I due sodalizi in accordo tra loro hanno ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo ad Acerra e Casalnuovo di Napoli, avvenuto il 20.05.2020. Nell’occasione il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre Nicolì si era preoccupato di reperire i killer. L’omicidio fu ideato per vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile il predetto Tortora, e per suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra. Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Pasquale Di Balsamo, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e un 21enne, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.

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