– Il giorno dopo il ferimento di due immigrati africani da parte di un vigilante italiano e la rivolta scatenata dagli altri stranieri contro i residenti, a Pescopagano, piccola località del Comune di Castel Volturno (Caserta), la comunità “bianca” e quella “nera” sono tornate a protestare lanciandosi accuse incrociate. Una tensione riesplosa dopo anni di relativa calma caratterizzati da una diffidenza reciproca; l’ultima rivolta scoppiò infatti all’indomani della strage dei sei immigrati africani (il 18 settembre del 2008,) da parte dell’ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola (condannato all’ergastolo per quei fatti con i suoi killer), con decine di stranieri che chiedevano giustizia per i compagni uccisi che misero a ferro e fuoco la Statale Domiziana. ”L’Italia è un Paese accogliente ma certo non può accogliere tutti, contatterò anche i sindaci per ragionare insieme sul da farsi” ha detto il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mentre il sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, ha affermato a chiare lettere che “qui non c’è alcuna percezione dello Stato semplicemente perché lo Stato non c’è. Le forze dell’ordine non hanno alcun potere di controllo, come si è visto ieri sera, perché sono in numero troppo esiguo”. Emblematico quanto accaduto oggi, con due blocchi, uno creato dai residenti allo svincolo della Statale Domiziana che immette a Pescopagano, l’altro al centro della frazione, formato da immondizia, pezzi di cemento e panchine divelte, fatto dagli immigrati, che hanno diviso per tutta il giorno la località. Da un lato i “bianchi” che lamentano di non essere più padroni in casa loro, e accusano gli altri di commettere solo reati e di non poter uscire per paura; dall’altro i “neri” che lamentano di essere trattati come bestie, costretti a lavorare senza contratti e diritti rischiando la vita come accaduto ieri ai due ragazzi feriti. Ma il razzismo centra poco, come dimostra la presenza tra i manifestanti italiani della 24enne Sabrina Ferraro, nera, adottata da una famiglia del posto, che senza mezzi termini dice che “gli stranieri se non lavorano se ne devono andare”; a qualche centinaia di metri di distanza, John, ghanese di 27 anni, da 7 lavoratore nelle campagne circostanti senza contratto, e senza documenti, quasi con gli occhi lucidi si lascia andare: “Come facciamo a vivere così, qualcuno se lo è mai chiesto? Siamo o non siamo essere umani?”. In mezzo un territorio molto degradato, dove manca la rete fognaria e le piccole discariche ai margini delle strade sono decine, dove le case fatiscenti vengono occupate o affittate senza contratto a numerosi immigrati da proprietari-affaristi, dove non ci sono punti di aggregazione che possano stimolare una qualche integrazione tra le due comunità. Polizia e carabinieri, in numero peraltro piuttosto esiguo anche per non esacerbare gli animi, hanno faticato a separare le due “fazioni”, riuscendovi solo grazie all’intervento degli operatori del Centro sociale Ex Canapificio, come il ghanese Prosper Doe, che in inglese ha invitato gli immigrati a calmare la propria rabbia, di un prete, don Guido Cumerlato, missionario e parroco a Pescopagano e a Casapesenna, comune roccaforte del clan Zagaria. E dei due sindaci, oltre a quello di Castel Volturno, anche di Giovanni Schiappa, primo cittadino di Mondragone, che ha promesso di continuare l’azione di monitoraggio avviata di recente delle case affittate senza contratto agli stranieri al fine di tutelare gli stessi immigrati. I due blocchi sono stati rimossi dopo parecchie ore e tanti disagi alla circolazione, specie sulla Domiziana. Sul fronte delle indagini per il ferimento di ieri, sono stati fermati dagli inquirenti per tentato omicidio Pasquale Cipriano di 60 anni, e il figlio Cesare di 21 anni, vigilanti privati. Ma gli accertamenti continuano sulla dinamica non ancora chiara, in particolare sul presunto furto di una bombola da parte dei due stranieri di cui hanno parlato i due fermati ma del quale però non è stata trovata traccia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui