Ciò che stava per accadere per l’Ambito 19 avrebbe assunto i contorni di un vero e proprio pasticcio stratosferico. I comuni ricadenti nell’Ambito territoriale 19 (Afragola, Cardito, Crispano e Caivano) per i servizi alla persona, afferenti ai distretti sanitari 44 e 45, avrebbero dato vita ad un consorzio da cui non sarebbero potuti più uscire per ben 30 anni. La stipula dell’accordo non è andata in porto solo grazie ai commissari straordinari del comune di Caivano. Nulla di strano sullo scioglimento dell’Ambito in sé. Lo stesso Piano Sociale Regionale 2013-2015 ha ritenuto la forma associativa della Convenzione, adottata fino ad oggi dalla quasi totalità degli Ambiti territoriali della Campania, sempre meno compatibile con le funzioni, le attività e i servizi che vengono richiesti agli stessi. Fin qui ci siamo. Ma ciò che appare fumoso è il modo in cui si voleva procedere. Un modo che prevedeva il comune di Afragola come unico protagonista della nuova trama. L’ultima convenzione dell’Ambito 19, approvata nel 2017, sarebbe scaduta il 31 dicembre 2019. La fretta di procedere era data anche dalla possibilità di un’ulteriore premialità da parte della Regione per chi avesse conseguito il “passaggio” entro il 20 dicembre, scadenza poi prorogata al 31 dicembre. Ne è venuta fuori così l’idea di far nascere una nuova azienda consortile tra i 4 comuni. Idea che però incomincia a farsi strada ad Afragola già da aprile dell’anno scorso e di cui si viene perlopiù a conoscenza da poche settimane. Tra l’altro l’amministrazione afragolese avrebbe preferito in verità scrollarsi di dosso gli altri 3 comuni a cui è associata per i servizi in questione e provvedere da sola, ma ha avuto il diniego da parte della Regione a procedere. Motivo per cui iniziano una serie di consultazioni e di riunioni dopo le quali si arriva all’approvazione dell’atto costitutivo della nascente azienda nel consiglio comunale del 29 novembre scorso e si approva. Anche a Cardito viene approvata la costituzione dell’azienda consortile, ma a Crispano ancora non se ne sa niente. Tra l’altro quest’ultimo comune ha già esperienze negative in tema di consorzi (con il vicino comune di Cardito).
Basta ricordare l’annosa problematica del cimitero per cui ci sono stati contenziosi, una gestione con acqua da tutte le parti e obiettivi mai raggiunti: i cittadini aspettano, avendo pagato fior di quattrini, dopo 14 anni ancora i loro loculi. Intrappolati già in un Consorzio che è stato simile ad un incubo finora l’amministrazione Emiliano ha pensato bene di proporre l’entrata in un’altra azienda consortile, stavolta per i servizi alla persona. A Crispano arriva un pacchetto già infiocchettato solo al countdown della fine dell’anno con gran fretta di essere approvato nel civico consesso. Il 30 dicembre anche qui il progetto viene approvato, con voto contrario delle opposizioni. Molti punti dello statuto appaiono discutibili. Lo stesso primo cittadino inizialmente non era convinto per poi cambiare idea all’ultimo. La durata dei 30 anni è decisamente preoccupante perché diventa praticamente impossibile uscire dall’istituendo consorzio pur volendo. Necessaria quota del 75 % o che siano d’accordo 3 dei comuni fondatori. Solo Afragola avrebbe detenuto più del 40 % delle quote e i calcoli sono presto fatti: gli altri comuni sarebbero rimasti intrappolati fino al 2050. A questo si aggiunge che il parere del comune di Crispano nel Cda non avrebbe contato quasi nulla perché calcolato in percentuale sarebbe valso meno di un voto pieno. E non finisce qui. A questo si aggiunge che pur dovendo versare la quota di 0,70 euro per ogni abitante non si sarebbe avuta praticamente nessuna voce in capitolo nella gestione. Per i prossimi 3 anni direttore generale e personale amministrativo del neo consorzio sarebbero stati a completo appannaggio di Afragola. Redatto un piano di fabbisogno del personale di oltre 250mila euro: questi soldi andavano tutti a personale selezionato di Afragola. Come a completa discrezione del comune afragolese sarebbero stati anche i locali degli uffici mediante un contratto di locazione che prima doveva essere gratuito e poi non più per cui ognuno avrebbe versato la propria parte comprese le spese.
Il consorzio sarebbe decollato nonostante tutte queste perplessità se non fosse stato che i commissari straordinari che detengono le redini del comune di Caivano hanno fatto arrivare il loro “Nient”. Praticamente l’azienda consortile così come progettata (di fatto solo da Afragola) non è stata digerita dagli uomini dello stato in forze a Caivano e così l’accordo che si stava consumando è decaduto. Ci sarebbe poi da chiedersi perché in previsione dello scioglimento dell’Ambito è stato pubblicato un bando di selezione per 30 posti in scadenza proprio per il 27 dicembre 2019. Un altro enigma. Come se quelli precedenti non fossero bastati.
Valentina Piermalese