Concorso esterno in associazione camorristica. E’ pesante come un macigno l’accusa nei confronti di Lorenzo Diana. L’ex deputato è indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla Cpl Concordia per gli appalti per la metanizzazione nei Comuni dell’Agro aversano. Oggi sono scattati sei arresti e due divieti di dimora. Uno proprio a carico di Diana che non potrà mettere piede in Campania. All’epoca dei fatti era componente della commissione Antimafia, nonché consigliere comunale e per un periodo assessore di San Cipriano d’Aversa. Secondo l’accusa si sarebbe accordato, assieme all’allora sindaco Angelo Reccia, con i dirigenti della Cpl Concordia e con Antonio Piccolo, imprenditore vicino al clan Zagaria, che stava gestendo l’affare della metanizzazione nei territori del Bacino Campania 30. In ballo c’erano l’affidamento e la gestione delle opere nei comuni di Casal di Principe, Villa Literno, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Villa di Briano, San Marcellino e Frignano. L’accordo aveva l’obiettivo di affidare l’esecuzione dei lavori e, successivamente, la manutenzione della rete e la distribuzione del metano ad imprese scelte dai Casalesi e legate ai vertici del clan. Fondamentali le dichiarazioni del boss ora pentito Antonio Iovine. Secondo “o’ ninno”, l’imprenditore Piccolo era l’anello di congiunzione tra impresa, camorra ed esponenti delle istituzioni. “Per concordare come distribuire i subappalti per la metanizzazione dell’Agro aversano – dichiara Iovine ai magistrati – non c’è stato bisogno neppure di minacce. Molto più semplicemente fu organizzato un “tavolo”. La Cpl Concordia di Modena non poteva certo conoscere le imprese locali come quella di Di Tella che ha ottenuto un subappalto per la metanizzazione a Ischia”. Un subappalto che sarebbe stato assegnato alla ditta di Di Tella grazie alla sua stretta amicizia con l’allora boss. A detta del pentito ognuno a quel “tavolo” ha avuto la sua parte. Dal patto politico-mafioso- imprenditoriale hanno tratto beneficio le imprese di riferimento di Michele Zagaria, dei Bidognetti e di Francesco Schiavone Sandokan. E ovviamente quelle vicine allo stesso Iovine. L’ex capoclan fa luce sugli affari sporchi dei Casalesi. Parla degli appalti per la metanizzazione in alcuni Comuni dell’Agro aversano. E chiama in causa Diana, attuale presidente del Caan (mercato ortofrutticolo di Napoli), e Reccia, all’epoca sindaco di San Cipriano d’Aversa. “Io personalmente e lo Zagaria trovammo un’intesa con il Reccia e il senatore Diana”. Non solo. Iovine racconta ai pm che una persona (un certo Leopoldo) fu assunta dalla Concordia grazie alla raccomandazione di Diana. Un’altra assunzione riguarderebbe addirittura anche Gennaro Diana, figlio dell’ex deputato, che avrebbe lavorato per un periodo per la Concordia. Non è la prima volta che il pentito chiama in causa l’ex segretario della Commissione Antimafia. Nel suo esordio sulla scena nei panni di collaboratore di giustizia raccontò al pm Antonello Ardituro che l’appalto per la refezione scolastica a San Cipriano era stato aggiudicato a una ditta legata a lui. “Era noto a tutti che quella era un’impresa di Antonio Iovine, eppure nessuno si è mai opposto a questo sistema. Per esempio, a San Cipriano una personalità come Lorenzo Diana ha permesso che noi (i Casalesi, ndr) continuassimo ad avere questi appalti anche quando erano sindaci Lorenzo Cristiano e Angelo Reccia della sua stessa parte politica”. Sprezzante il giudizio di Diana sul provvedimento di divieto di dimora a suo carico: “Mi sembra di essere su Scherzi a parte”. Ma nel suo caso c’è poco da ridere.
Mario De MicheleHome Primo Piano Primo Piano Appalti Cpl Concordia, Iovine “inchioda” Lorenzo Diana: patto politico-mafioso nell’Agro aversano