Il clan gli aveva affidato l’incarico di consegnare gli stipendi, le cosiddette “mesate”, alle famiglie degli affiliati detenuti e grazie alla sua amante, particolarmente gelosa, che lo teneva sotto controllo via telefono perché temeva di essere tradita, gli investigatori scoprono che il gruppo camorristico guidato da Luigi Cimmino (arrestato stamattina dai carabinieri insieme ad altre quattro persone) forniva anche una sorta di assistenza ai suoi uomini più fidati. L’uomo, infatti, elemento di rango del clan, per dimostrare la sua fedeltà alla donna, va a consegnare due “mesate” ad altrettanti mogli di detenuti affiliati tenendo la comunicazione attiva per tutto il tempo. L’intercettazione viene carpita dai carabinieri che così ottengono informazioni vitali sulla vicenda. Dalle indagini, inoltre, è emerso che il clan si è anche prodigato per pagare le spese matrimoniali alla figlia di uno dei suoi affiliati storici.
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