Sara’ l’aula della Camera a decidere, nella giornata di oggi, se Nicola Cosentino deve andare in carcere come chiedono i giudici della Dda di Napoli. Ieri la Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha approvato il parere che dovra’ essere sottoposto al voto dei deputati: si’ all’arresto. Una decisione “difficile”, come ha spiegato il presidente dell’organismo Pierluigi Castagnetti, che pero’ era in parte attesa dopo che ieri il vertice del Carroccio si era schierato per il si’ all’autorizzazione.

A favore dell’arresto, in Giunta, hanno votato Lega, Fli, Udc, Idv e Pd. Contro hanno votato Pdl, Mario Pepe del Misto, Vincenzo D’Anna dei Responsabili e Maurizio Turco, radicale del gruppo del Pd, che a sorpresa aveva annunciato la sua decisione in mattinata: “La richiesta a me pare infondata e frutto di un obiettivo fumus persecutionis”. Al voto si era arrivati dopo un rinvio di due ore richiesto da un deputato del Pdl, Paolo Sisto, che a causa di un infortunio non aveva potuto leggere una memoria difensiva depositata in mattinata. Tutti gli occhi, ovviamente, erano puntato sui due esponenti del Carroccio Luca Paolini e Fulvio Follegot che, a sentire loro, si sono trovati alle prese con una scelta non facile: “Ho perplessita’ personali sull’impianto accusatorio ma e’ una mia opinione e non riflette l’orientamento del movimento -ha spiegato Paolini al termine della riunione della Giunta-. Pur avendo esposto valutazioni diverse su alcuni aspetti della vicenda abbiamo osservato l’indicazione del partito”. E’ stato lo stesso deputato della Lega a porre il tema che adesso terra’ banco fino al voto di giovedi’: il comportamento dei singoli parlamentari in occasione del voto in aula. “Io penso che noi ci comporteremo in Aula come abbiamo fatto in Giunta, ma il voto e’ individuale e, probabilmente, sara’ anche segreto. Ognuno alla fine fara’ quello che riterra’ opportuno e decidera’ secondo coscienza”. Il problema va oltre la ‘semplice’ questione di coscienza. Che qualche deputato alla fine voti per ‘salvare’ Cosentino e’ possibilita’ che non sembra scandalizzare nessuno: “A maggior ragione in un caso come questo e’ evidente che ogni deputato deve decidere secondo coscienza -ha spiegato Marilena Samperi, del Pd- e quella presa dalla presa oggi dalla Giunta e’ stata una decisione basata su una rigorosissima lettura degli atti e sul rispetto di tutte le prerogative”. Pero’ il caso del Carroccio e’ altro: “La Lega non puo’ cambiare posizione, c’e’ stata una decisione di un organismo dirigente”, ha sottolineato ancora la deputata del Pd. Ma nel Carroccio da qualche tempo sono in fase di revisione gli equilibri interni e la scelta di dire si’ all’arresto di Cosentino e’ stata letta come l’affermazione di una linea politica vicina a Roberto Maroni. Un no dell’aula, quindi, potrebbe essere letto come un no a quella linea. Un evento che verrebbe seguito con grande attenzione anche all’esterno del partito, vedi Pdl. Paolini ha negato: “Nella Lega non e’ prevalsa nessuna linea Maroni, c’e’ stato un organismo federale che ha deciso all’unanimita’”. E Matteo Salvini assicura che la Lega votera’ per l’arresto anche in aula. Comunque sia anche oggi, come gia’ avevano fatto ieri, gli esponenti del Pdl hanno continuato a sollecitare il Carroccio verso un ripensamento. “Sulle questioni della giustizia non c’e’ un allontanamento tra Lega e Pdl perche’ quando si tratta di decidere della liberta’ individuale un parlamentare dovrebbe rispondere alla propria coscienza e non al partito -ha detto Maurizio Paniz-. Per questo leggere questa vicenda in chiave partitica sarebbe un errore”. “La Giunta ha commesso un gravissimo errore che ci auguriamo venga corretto dal voto d’aula. Se qualcuno pensa che operazioni di questo tipo non peggiorino il quadro e i rapporti politici, sbaglia in modo profondo”, ha ammonito il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Insomma, fino a giovedi’ si prevedono ancora grandi manovre dei partiti. E non a caso il Pd ha chiesto che il voto dell’aula sia palese: “La trasparenza davanti agli italiani e’ una questione di responsabilita’ politica che non puo’ venir meno, specie in un momento cosi’ delicato e grave nella vita del nostro Paese”, ha detto la Samperi. Un voto segreto, che andrebbe richiesto, ovviamente renderebbe meno impegnativi i casi di coscienza. Il Pdl comunque non ha dubbi nel difendere il suo deputato: “Si e’ trattato di una decisione da organo politico e non da organo di garanzia”, ha detto Francesco Paolo Sisto della decisione della Giunta. E’ stato invece Vincenzo D’Anna, di Popolo e territorio, a evidenziare come una stortura il risvolto politico del caso Cosentino: “Il fatto che il si’ all’arresto sia stato concesso sulla base della determinazione di una vertice di partito che al’ultimo minuto dice ai suoi deputati come votare, fa di Nicola Cosentino un prigioniero politico”, ha detto.Il diretto interessato non ha fatto alcun commento ufficiale, ma il voto della Giunta l’aveva messo in conto. Raccontano che anche oggi, come tutte le mattine, sia andato a fare jogging. A chi gli ha annunciato la notizia del via libera della Camera alla richiesta di custodia cautelare, riferiscono, l’ex sottosegretario del governo Berlusconi avrebbe ribadito la sua intenzione di andare avanti. Sono sereno, le cose sono andate come mi aspettavo, avrebbe sottolineato Cosentino, lasciando intendere che non si dimettera’ da coordinatore regionale, tantomeno si sospendera’ dal partito. Una decisione che l’esponente del Pdl vorrebbe confermare anche se dovesse arrivare l’autorizzazione al suo arresto pure dall’aula di Montecitorio giovedi’. Cosentino e’ convinto della sua innocenza e totale estraneita’ ai fatti che gli vengono imputati. Per questo avrebbe spiegato ai suoi quanto confermato nella memoria difensiva depositata in Giunta: Da parte della procura di Napoli c’e’ un ”violento pregiudizio e accanimento contro di me”.

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