L’espressione fare lumi sulle luminarie nel glossario di metrica e retorica è una figura etimologica. A Trentola Ducenta invece si trasforma in un’altra macchia nera di un’amministrazione comunale che non risplende per nulla. Sotto la gestione del sindaco Andrea Sagliocco anche l’affidamento dell’appalto per le luci natalizie finisce in un cono d’ombra dai contorni inquietanti. E non solo dal punto di vista della legittimità amministrativa. Ma soprattutto perché la ditta assegnataria è fortemente attenzionata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Come sempre partiamo dalle “carte” a dispetto di chi vorrebbe farci passare per dispensatori di false notizie. È il 23 novembre 2018. La giunta guidata dal sindaco Andrea Sagliocco approva la delibera n. 5. Oggetto: Luminarie natalizie – Determinazioni. Con tale provvedimento si indirizza l’ufficio tecnico all’avvio d’urgenza, anche con procedura negoziale, dell’iter per la fornitura delle luminarie. L’esecutivo vara un impegno di spesa di 8.540 euro. Segnatevi questa cifra. Due osservazioni propedeutiche. La prima. L’esecutivo adotta la delibera su proposta del sindaco Sagliocco. La seconda. Tra gli assessori (da poco rimpastato) che votano a favore c’è Francesco Pellegrino, nipote dell’ergastolano Giuseppe Diana, alias cuoll e’ papera, esponente di spicco dei Casalesi.
I lettori non sono stupidi. Inutile fare altri commenti. Consentiteci solo un suggerimento. Da quello che sta emergendo a Trentola Ducenta alle prossime comunali diffidate dai candidati che sventano la bandiera della legalità e della lotta alla camorra. Sono i peggiori. E quelli più collusi. Un ultimo piccolo inciso prima di tornare all’appalto per le luminarie. Il costo per le festività natalizie a carico del Comune, quindi dei cittadini-contribuenti, ammonta a circa 50 mila euro. In proporzione per le “Luci d’Artista” a Salerno si è speso meno. Rieccoci alle luminarie artistiche trentoladucentesi. Dopo la delibera di giunta il responsabile dell’ufficio Lavori pubblici Elena Bassolino (di cui parleremo in altre occasioni) invia le richieste di preventivo ad alcune ditte. E al termine della valutazione delle offerte l’appalto viene affidato alla ditta Addario Srls. Sottolineate anche questo nome. A quanto ammonta il preventivo dell’azienda aggiudicataria? Precisamente a 8.540 euro, cioè all’intera somma impegnata nella delibera di giunta.
Essendo il sindaco Sagliocco un oculista non si può liquidare la vicenda incolpando il destino baro e cieco. Anche a una persona col quoziente intellettivo di una gallina o di un Pesce verrebbe il sospetto che qui gatta ci cova. La prova del nove arriva dal nome della ditta, è il caso di dire, “prescelta”. È la Addario. Bene. Anzi male. L’azienda è da tempo sotto i riflettori della Dda per diverse inchieste concernenti gli appalti per le luminarie pubbliche in Provincia di Caserta. Da quanto abbiamo appreso la Addario approda sulle rive trentoladucentesi grazie alla zattera di Salvatore Mazzara. Chi è Salvatore Mazzara? Tenetevi forte. È nipote diretto dei fratelli Amedeo, Giovanni e Nicola Mazzara, capi indiscussi del gruppo camorristico egemone da decenni a Cesa e in altri Comuni atellani. Salvatore Mazzara nel corso degli anni diventa uno dei responsabili della catena Eurospin. Il suo nome compare di recente nell’inchiesta sull’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli.
Il rampante Mazzara ha realizzato e gestito un Eurospin proprio in quella città. E durante gli “ozi di Capua” Salvatore Mazzara, grande elettore di Sagliocco e legato all’avvocato Saverio Griffo, diventa amico dei titolari della ditta Addario. Guarda caso proprio l’azienda degli amici degli amici lavora a Trentola Ducenta. Il cerchio si chiude. Per la bravura della Procura Napoli Nord e dei carabinieri delegati all’indagine sull’amministrazione comunale sono già stati acquisti tutti gli atti relativi all’appalto per le luminarie. Quello che però fa tremare i polsi è che anche sul caso Decò sono coinvolti imprenditori, la famiglia Del Prete detti “Aglitielli”, già attenzionati dalla Dda per gli affari con l’allora primo cittadino Angelo Brancaccio, condannato per 416 bis, negli anni del boom edilizio ad Orta di Atella.
Egregio sindaco Andrea Sagliocco la lotta alla camorra si pratica. Non si predica. E gli uomini, come diceva Einstein, si giudicano dai comportamenti, non dalle parole.
Mario De Michele
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