È lungo, lunghissimo il rosario di politici e tecnici che si sono arricchiti a sbafo durante il boom edilizio di Orta di Atella. Lo sgrana il capo della Cupola formata da tutti gli allora amministratori locali e dai colletti bianchi. In un recente interrogatori reso ai magistrati Angelo Brancaccio ammette che “c’era quest’accordo di sistema affaristico-clientelare, che coinvolgeva tutti, soprattutto noi dell’amministrazione. Tutti, nel senso che erano politici, privati e imprenditori locali”. L’ex sindaco ortese va nel dettaglio. “Per esempio il mio primo eletto era il geometra Dell’Aversana, il quale se andate a verificare duemila permessi ad Orta di Atella mille li ha fatti solo lui, il cugino (Nicola Arena, capo Utc dell’epoca, ndr) firmava le concessioni…”. Brancaccio, condannato per camorra a otto anni e tuttora in carcera, fa i nomi di alcuni amministratori dell’epoca e spiega il meccanismo che foraggiava il “partito dei tecnici”. Ero a conoscenza che si forzava la mano per le lottizzazioni ma era una cosa finalizzata perché si facevano tutti i progetti loro e credo anche altri tipi di utilità…”. Brancaccio fa un esempio concreto e svela che anche nella pratica edilizia riguardante il centro commerciale “Fabulae” (che come ha denunciato Campania Notizie è abusivo) furono i tecnici corrotti a gestire tutta l’operazione.
Alla domanda del giudice: “Chi faceva parte di questo sistema d’affari? Brancaccio risponde senza esitare. E fa i nomi di alcuni tecnici-politici: Luigi Ziello, già sindaco e considerato dai pentiti referente dei Casalesi, Salvatore Del Prete “Soldinus Magò”, a quei tempi assessore, uomo ombra di Brancaccio e suo più fedele servitore, e Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso”, “dominus” con Arena dell’Utc. “Del Prete Salvatore – spiega Brancaccio ai giudici – ha fatto una serie di progetti, ha preso contatti con la famiglia Ciccarelli. Nicola Iovinella firmava le concessioni. Ha fatto lui il progetto (riferimento agli immobili realizzati dai Ciccarelli, ndr) con l’architetto Del Prete Salvatore, che era un assessore mio in giunta. Se lo videro loro, conoscevano questo (gruppo Ciccarelli, ndr), hanno fatto il progetto e hanno forzato, ottenendo lauti compensi sotto forma di parcelle”. In sostanza si trattava, come rimarca lo stesso Brancaccio, di mazzette incassate da prestanomi mascherate da consulenze. Nel caso dei rapporti tra Del Prete e i Ciccarelli, i quali hanno costruito tra l’altro il Parco Oliteama oggetto di inchiesta della Dda di Napoli, l’ex sindaco ortese è quanto mai esplicito. “Era lui il tecnico che ha utilizzato come prestanome Elpidio Pennachio e ha incassato dai Ciccarelli una parcella di 300mila euro”.
Brancaccio traccia i contorni del malaffare politico. “Ci stavano cinquanta interessati, tra consiglieri che tenevano terreni. I terreni dei Del Prete, detti “Aglitielli”, è una vita che in tutte le ipotesi di Piano dal 1982 in poi quando è uscita la legge obbligatoria, tenevano sempre il terreno edificabile. Erano cognati di Del Prete Salvatore, fratelli e sorelle. Molti di questi politici-tecnici tenevano proprio l’impresa: lo zio, il fratello, il padre. Iovinella per esempio con il papà, lo stesso Del Prete si è messo a fare l’imprenditore, Della Porta, per esempio con D’Ambra”. Brancaccio svela ai giudici che ottenere le concessioni edilizie era semplicissimo: “Bastava andare da un tecnico”. Non servirebbe aggiungere altro alle accuse del capo della Cupola. Facciamo soltanto notare che l’attuale sindaco Andrea Villano ha scelto come suo più stretto collaboratore tecnico Nicola Iovinella e ha come riferimento consiliare Salvatore Del Prete, entrambi di Campania Libera (ancora per poco). Non poteva affidarsi in mani migliori. Visti i loro trascorsi sicuramente l’amministrazione comunale, come sottolinea in ogni occasione Villano, resterà sempre nel solco della legalità. E come dire ai cittadini: state tranquilli, il Comune è nelle mani di esperti tangentisti e affaristi. Almeno a detta di Brancaccio. Che è uno dei più esperti d’Italia di tangenti e affari. Per l’attuale sindaco questa si chiama legalità. Complimenti. Sinceri.
Mario De Michele