“Nei vari incontri tra i boss, quando parlavamo dei rapporti degli imprenditori con i politici, arrivammo alla conclusione che i Mastrominico avevano come riferimento politico Lorenzo Diana”. Nel corso del processo, presso il tribunale di Santa Maria C.V., sull’appalto di circa 13 milioni di euro per la riqualificazione urbana di Villa Literno, Antonio Iovine chiama di nuovo in causa l’ex parlamentare dei Ds e attuale presidente del Caan, centro agro alimentare di Napoli. La ditta dei fratelli Pasquale e Giuseppe Mastrominico si aggiudicò l’appalto grazie all’Ati con la società di Giovanni Malinconico. Il super pentito ha dichiarato in aula che Malinconico gli chiese l’autorizzazione a partecipare alla gara. E lui gli diede il via libera. “Con Malinconico, dal 2000 in poi, – ha detto Iovine – si è creato un rapporto molto stretto per realizzare lavori in provincia Caserta. Per i lavori di Villa Literno ho ottenuto come tangente 600mila euro (6%) di cui 300mila euro (3%) furono dati a Bidognetti come capo della zona. Il mio 3% l’ho diviso con Nicola Schiavone, figlio di Sandokan. Agli Schiavone i soldi furono dati da Pasquale Mastrominico, che è mio parente, per vecchi conti da saldare su altri lavori svolti a Caserta. Il gruppo Schiavone -ha spiegato Iovine – è intervenuto a favore di Pasquale Mastrominico perché ditta di riferimento di Sandokan”. Il pentito ha raccontato un episodio per dimostrare il rapporto tra Pasquale Mastrominico (“Giuseppe aveva un ruolo più marginale”) e gli Schiavone. “Ci fu un problema per i lavori su una delle piazzole per le ecoballe a Villa Literno, che Mastrominico stava realizzando. Zagaria voleva far realizzare da sue ditte i lavori e voleva costringere Mastrominico a rinunciare all’opera, ma lui non volle rinunciare facendo infuriare Zagaria che era intenzionato a reagire violentemente. Ma non ordinò raid solo grazie all’intervento del gruppo Schiavone”. Iovine ha aggiunto che “Zagaria si interessò dei lavori delle piazzole per le ecoballe perché conosceva un ingegnere in Regione che lo informava sugli interventi che si svolgevano sul territorio. Zagaria acquistò anche terreni per realizzare siti durante l’emergenza rifiuti in Campania”. Il super pentito aveva già fatto il nome di Lorenzo Diana durante i primi interrogatori condotti dal pm Antonello Ardituro. Iovine ha rivelato che la ditta Anav, che di fatto era sua, ha continuato ad aggiudicarsi gli appalti al Comune di Sn Cipriano d’Aversa anche quando Diana era membro della Commissione parlamentare Antimafia e consigliere comunale di maggioranza. “Tutti sapevano – ha dichiarato Iovine nelle sue deposizioni – che l’Anav era una mia ditta ma nessuno, neanche Diana, ci ha ostacolato e noi abbiamo continuato a vincere le gare”.
Mario De Michele