Dionigi Magliulo si dimette da sindaco di Villa di Briano. L’ormai ex primo cittadino è indagato per peculato e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sull’ipotesi di commistione tra politica, funzionari comunali e camorra nella cittadina dell’Agro aversano. Secondo gli inquirenti il Comune era praticamente nelle mani della fazione Iovine del clan dei Casalesi. Sette gli arresti scattati lo scorso 10 luglio, tra cui Nicola Magliulo, funzionario dell’ufficio tecnico, fratello di Dionigi Magliulo. “Nella giornata di ieri (sabato 18 luglio, ndr) – dichiara il sindaco dimissionario in esclusiva a Campania Notizie – ho rassegnato le dimissioni dalla carica di sindaco del comune di Villa di Briano per poter tutelare da semplice cittadino la mia persona e difendere la correttezza dell’operato dell’amministrazione da me guidata”. Magliulo è fiducioso nell’operato degli inquirenti ma allo stesso tempo respinge con forza tutte le accuse. “Esprimo piena fiducia nella magistratura e presto chiarirò nelle sedi deputate l’estraneità ad ogni assurda contestazione”. Insomma, le dimissioni di Magliulo non possono essere lette come una sorta di ammissione di responsabilità. Tutt’altro. Sono scaturite dalla consapevolezza di poter dimostrare la sua innocenza. Ma vuole farlo senza indossare la fascia tricolore, anche per motivi di opportunità istituzionale. Oltre al fratello, furono arrestati Nicola Coppola (per gli inquirenti è il braccio imprenditoriale di Antonio Iovine), Benito Lanza, Paolo Natale, Sabatino Origlietti, Renato Caterino e Antonio Cerullo. L’impianto accusatorio dei pm Sirignano, D’Amato, Maresca e Ardituro (oggi al Csm) si basa sulla collusione tra politica, imprenditoria e camorra. Per la Dda infatti le imprese a cui assegnare gli appalti pubblici erano di fatto scelte dall’ex boss Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia.

Mario De Michele

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