Tra le quattordici persone arrestate oggi tra i carabinieri di Casal di Principe (emesse su richiesta della DDA di Napoli al termine di indagini condotte dai pm Giovanni Conzo, Cesare Sirignano, Antonello Ardituro e Catello Maresca, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco) c’è anche la docente Giuseppa Giovanna Romano, 54 anni, originaria dell’Avellinese: fu lei a mettere a disposizione del boss latitante del clan dei Casalesi Nicola Panaro la villa con piscina di San Nicola Arcella (Cosenza) in cui, è emerso, Panaro avrebbe trascorso con la famiglia anche il capodanno del 2010, l’ultimo prima della sua cattura.
Interrogata dagli inquirenti ha riferito di essere a conoscenza dei problemi che Panaro ha con la giustizia ma di non sapere che fossero così gravi. Decisive, per le indagini, sono state le dichiarazioni di uno dei giovani affiliati pentitisi subito dopo l’arresto, Raffaele Maiello, braccio destro di Carmine Schiavone, figlio di Sandokan, arrestato il 30 gennaio scorso. Determinanti anche le intercettazioni da cui si evince come fosse attivo l’universo dei fiancheggiatori del clan dei Casalesi, in particolare nel 2009, quando Nicola Panaro divideva la latitanza con Nicola Schiavone, primogenito di Sandokan. Due indagati parlano di un servizio da svolgere per un latitante, che chiamano con il nome di battesimo “Nicola”. “Ma di quale Nicola sta i parlando” chiede uno degli intercettati; l’interlocutore specifica: “non Schiavone, ma Nicola Panaro”.