E’ in corso, da parte del Centro Operativo DIA di Napoli, la confisca di beni per il valore di circa 10 milioni di  euro in esecuzione di un decreto di emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione – a seguito di una richiesta del pubblico ministero. della D.D.A. di Napoli nei confronti di Raffaele Sarnataro, imprenditore sin dal 1984 operante nel settore della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.

Nei confronti di Sarnataro vennero condotte, agli inizi del 2000, indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla D.D.A. di Napoli, finalizzate alla scoperta di attività di riciclaggio effettuata da sodalizi criminali operanti nel territorio casertano. Sarnataro, in data 28.8.2000, venne tratto in arresto in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli. dalle indagini era, infatti, risultato, che l’uomo, grazie all’appoggio del ll’ organizzazione  camorristica “La Torre”, si era aggiudicato un cospicuo appalto per il servizio di prelievo e smaltimento dei rifiuti presso alcuni comuni fra cui Mondragone (Ce) sversati nella discarica Bortolotto  ubicata nel comune di Castelvolturno (Ce).

L’accordo fra il sodalizio “La Torre”  e Sarnataro aveva assicurato a quest’ultimo al conseguimento di appalti presso vari comuni per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in cambio di una partecipazione del  gruppo camorristico agli utili. Ciò aveva  garantito  la realizzazione di enormi  profitti (circa 1 miliardo e mezzo di lire annui) la metà della quale veniva incassata dal Sarnataro, proprietario della discarica, e la restante metà spettava al sodalizio “La Torre”, che quindi  conseguiva guadagni di circa 60 milioni di Lire mensili. In questo modo Sarnataro, che era legato da rapporti consolidati negli anni con il capo  del sodalizio Augusto la Torre, per tre decenni aveva potuto gestire la discarica Bortolotto nel quale venivano smaltiti, per un dato periodo, anche rifiuti provenienti da altre regioni d’Italia.

I beni sottoposti a confisca, il cui valore stimato è di circa 10 milioni di euro, sono i seguenti: immobili siti in via Crispi in Napoli, in Anacapri ed Olbia; capannone industriale in Secondigliano; il capitale sociale ed i beni strumentali all’attività della società “CAPRILE “ s.r.l., iscritta alla camera di commercio di Napoli al nr. Rea 652547 e con sede in Anacapri alla via Rio Caprile nr. 13; il capitale sociale ed i beni strumentali all’attività della società “ IRIS “ s.r.l., sede in Roma alla Via Siria nr. 20, scala C, int. 2 e con attività di costruzione e gestione di opere edilizie; quote di partecipazione nelle seguenti società: S.r.l. SO.GE.RI, con sede legale in Napoli, S.r.l. IL CASTAGNARO, con sede in Napoli; S.r.l. CO.VI.M. Costruzione Veicoli Industriali; Titoli, autovetture e motocicli.

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