BENEVENTO – ‘Il Sannio non e’ esente da presenze camorristiche”. Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Federico Casiero de Raho, illustrando alla stampa presso il Palazzo di giustizia di Benevento i particolari dell’operazione che ha portato nel Sannio ed in Irpinia all’arresto di 24 persone, tra cui elementi di spicco dei clan Sparandeo, Iadanza-Panella e Pagnozzi.

”Il gruppo Pagnozzi, che riteniamo di aver sgominato con gli arresti di oggi, – e’ un gruppo che storicamente ha operato su questo territorio in alleanza con il clan dei Casalesi che ancora una volta dimostra la propria ampiezza operativa. Uno degli esponenti di rilievo del clan di Schiavone, infatti, si muoveva su questo territorio unitamente al clan Pagnozzi soprattutto per esercitare una forte pressione estorsiva”.

”Piu’ che le denunce (pochissime, ndr) – ha detto ancora de Raho – e’ stata l’attivita’ investigativa, basata sulle intercettazioni ambientali, a dimostrare che il capo del gruppo Pagnozzi si incontrasse in una masseria di San Martino Valle Caudina (Avellino) non solo con gli esponenti del clan ma anche con coloro che, vittime delle estorsioni, erano costrette ad andare da lui a raccordarsi sulla tangente”. Oltre a Cafiero de Raho, all’incontro con i giornalisti hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Benevento Maddalena, il questore La Porta e il comandante provinciale dell’Arma di Benevento Carideo.

 

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