Il Senato ha approvato definitivamente il decreto Ambiente, che è convertito in legge. Dopo le modifiche apportate dalla commissione Ambiente della Camera, infatti, il testo è dovuto ritornare a Palazzo Madama blindato, anche per i tempi stretti relativi alla scadenza (il 26 marzo).

Tre gli articoli di cui si compone il provvedimento contenente ‘misure urgenti in materia ambientale’: il primo per far fronte alla situazione di criticità nella gestione dei rifiuti della Campania; il secondo sui bioshopper; il terzo sui materiali di riporto. I nodi principali riguardano però essenzialmente due aspetti. Innanzitutto il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani, che potrà avvenire soltanto con “l’intesa della singola regione interessata” (art.1 comma 2-bis) e per il quale non si sono fatti attendere i commenti del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e del governatore della Campania Stefano Caldoro.

“Niente di nuovo sotto al sole di Roma – ha detto De Magistris – Magari aspettavamo maggiore capacità di reazione da parte di chi a Roma dovrebbe rappresentare gli interessi di una regione. Una decisione sbagliata che appare contro Napoli, la sua provincia e l’intera regione”.

Entra più nel merito del provvedimento Caldoro: “Dobbiamo cambiare la legge, ci deve essere l’impegno del governo e dei parlamentari del sud per farlo. L’approvazione è un fatto gravissimo. L’inserimento di questa modifica nel testo é del tutto insensata perché toglie la capacità di governo dello Stato di fronte a un’emergenza”. Il secondo aspetto del decreto riguarda la proroga di sei mesi per l’emanazione di un decreto interministeriale, tra Ambiente e Sviluppo economico, sui parametri di biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti, armonizzati in base alle indicazioni Ue. Uno slittamento che sposta dal 31 luglio al 31 dicembre 2012 (tempo entro cui il decreto deve essere pronto) il divieto di commercializzazione per tutti quei sacchetti che non rispettano la norma Ue (UNI EN 13432:2002), cioé i criteri di biodegradabilità. Le sanzioni, che potranno arrivare fino a 100.000 euro, scatteranno dal 31 dicembre del 2013 in poi.

All’art.1, sui rifiuti in Campania, si parla anche di realizzazione di impianti per la frazione organica, ampliamento dei compiti e prolungamento del mandato dei commissari straordinari regionali, oltre al differimento al 31 dicembre 2013 del termine per l’aumento all’8% della capacità ricettiva degli impianti di compostaggio nazionali. Viene anticipata al 31 dicembre 2012 il termine per l’elaborazione, da parte del ministero dell’Ambiente, di un Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti. Inoltre salta il termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa; il termovalorizzatore di Acerra non deve più esser acquistato dalla regione; viene indicato un impianto di recupero e smaltimento di rifiuti nel comune di Giugliano. L’articolo 3 chiarisce che i materiali di riporto sono esclusi dalla normativa sui rifiuti. In linea con l’Europa, viene inserita una norma in cui si conferma che nel più ampio concetto di “terreno, suolo e sottosuolo” deve ricomprendersi anche la matrice ambientale “materiale di riporto”. Si rinvia ad un successivo provvedimento sulla definizione della caratteristica di pericolosità dei rifiuti.

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