Meglio tardi che mai. Dopo un lungo travaglio la giunta di Aversa guidata dal sindaco Alfonso Golia ha dato l’indirizzo per l’esternalizzazione della gestione dello stadio comunale Bisceglia. Alla fine la montagna non ha partorito. Gemma Accardo, dirigente dell’area servizi al cittadino, ha ultimato in tempi rapidi l’iter tecnico. Sia il capitolato d’appalto che il bando di evidenza pubblica sono pronti. Parte finalmente il conto alla rovescia per risolvere un problema finora completamente trascurato dall’assessore allo Sport Luisa Melillo. Mai scelta fu più nefasta. Nulla quaestio sulla decisione del primo cittadino di affidare alla funzionaria della Soprintendenza le deleghe a Cultura, Beni culturali, Turismo, Spettacolo e Grandi eventi, ma la Melillo non ha per nulla il physique du rôle per occuparsi di Sport in una città come Aversa, città che vanta una prestigiosa storia sportiva. Probabilmente non sa nemmeno se il campo di calcio è rettangolare o ellissoide. È vero che, come si suole dire, per capirne di ippica non bisogna essere un cavallo ma per fornire un contributo fattivo al Real Aversa, prima in classifica nel girone A di Promozione, bisognerebbe conoscere almeno cosa ruota attorno al mondo calcistico. Anche perché, come tutti gli altri esponenti dell’esecutivo, la Melillo è un assessore tecnico, cioè esperto del settore.
Più in generale nell’azione amministrativa che sta mettendo in campo per sostenere e rilanciare lo sport cittadino sta facendo solo disastri. Tra caos palestre scolastiche e abbandono totale dello stadio sta dimostrando che non è all’altezza dell’importante ruolo di promuovere l’attività sportiva. Ad aggravare la posizione dell’assessore Melillo ci sono gli interventi a gamba tesa del marito Vito Faenza, giornalista in pensione (per fortuna della categoria) e tuttologo talmente presuntuoso che Sgarbi gli fa una pippa. Per non danneggiare ulteriormente la consorte il “compagno” Faenza, che ogni 2 novembre dovrebbe portare i fiori sulla tomba dell’onorevole Angelo Jacazzi, esponente storico della sinistra normanna, farebbe meglio a non parlare di calcio a vanvera. Ci risulta, non ne siamo certi, che in gioventù sia stato un buon giocatore di volley. Ecco, potrebbe limitarsi a lanciare in aria la palla a mezza altezza e poi a riprenderla come la protagonista femminile di “Non ci resta che piangere”. Peraltro di fronte all’incuria in cui è stato abbandonato il Bisceglia negli ultimi mesi ci sarebbe davvero da versare fiumi di lacrime (guarda le foto). E proprio a causa del degrado in cui, per colpa della Melillo, si trova la struttura ci sorge qualche dubbio sul capitolato d’appalto.
Premessa. A differenza delle schifezze compiute in passato il sindaco Golia non ha guardato in faccia a nessuno e ha dato un indirizzo chiaro e inderogabile: fare tutto nella massima trasparenza e nel pieno rispetto delle normative. Sul piano tecnico-burocratico la dirigente Accardo ha svolto un ottimo lavoro. Condivisibile anche la scelta di non procedere ad affidamenti diretti che avrebbero ricordato i tempi dei precedenti amministratori locali caratterizzati dal motto “ccà ‘a pezza e ccà ‘o sapone”. Golia è una persona onesta e pulita. Datevi pace voi politicanti e aspiranti consiglieri regionali, nuovi fuori e vecchi dentro. Vi farete molto male se pensate di spazzare via l’amministrazione in carica per via giudiziaria con esposti anonimi e utilizzando a vostro consumo pseudo-giornalisti da 30 euro ad articolo (scritti peraltro da voi stessi). Quando tireremo dai vostri armadi gli scheletri che nascondete verranno i brividi anche a Stephen King. Ripiombiamo sul bando per l’affidamento del campo sportivo. Come detto, è tutto ineccepibile. Nulla da dire sulla scelta politico-amministrativa. Meno che mai sull’aspetto procedurale. C’è però da tenere presente un punto debole che non può essere sottovalutato. Ventimila euro annui di base d’asta per 9 anni, con due anni gratis (il primo e l’ottavo), è un costo onesto. Sarebbe anche vantaggioso per il gestore, tenuto comunque a ristrutturare il campo di calcio a 5 e quello a 8 per un ammontare di circa 80mila euro.
Ma torniamo al problema sollevato in precedenza. Il colpevole disinteressamento dell’assessore Melillo ha fatto sì che il manto del campo sportivo di erba naturale, rifatto pochi mesi fa, sia diventato come un terreno per coltivare patate. Non è mai stata effettuata nemmeno la manutenzione ordinaria. E qui nascono i problemi. Se il gestore dello stadio sarà costretto ad accollarsi anche gli oneri per rifare il manto erboso i costi lieviterebbero alle stelle. Un altro aspetto del capitolato di gara che alimenta legittime perplessità riguarda la parificazione tra gli imprenditori intenzionato a fare business e le società sportive come il Real Aversa, che sta riportando in alto i colori granata. Diteci voi se è giusto metterli sullo stesso piano.
Una postilla. Diciamo che siamo d’accordo sul fatto che il patron della squadra Guglielmo Pellegrino ci ha rotto i coglioni, riducendoceli a brandelli, con i suoi continui piagnistei. Diciamo pure che in qualche caso, per il suo carattere sanguigno e passionale, ha esagerato. Ma una cosa è certa, quest’anno per disputare un campionato di vertice caccerà di tasca propria attorno ai 150mila euro. Eppure circolano insistenti voci sul presidente del consiglio comunale Carmine Palmiero. Si dice che si atteggia a novello Rainulfo Drengot, capo della Contea normanna, proclamando solennemente che “il Comune non darà mai lo stadio a Pellegrino”. Sicuramente sarà una legenda metropolitana. Un’ostilità pregiudiziale del genere non sarebbe in alcun modo giustificabile. E certificherebbe che Palmiero non è ciuccio solo calcisticamente parlando, ma anche come rappresentante istituzionale. Col passare del tempo ci convinciamo sempre più che con Paolo Santulli alla guida del civico consesso sarebbe stata tutta un’altra partita.
Mario De Michele
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