Un sabato drammatico. Tragico fine ottobre a Piedimonte Matese : due operai muoiono sul colpo per la caduta di un ponteggio in costruzione nell’ambito dei lavori di messa i sicurezza della basilica di S. Maria Maggiore e facenti parti del pacchetto di opere post-terremoto finanziate dalla regione Campania (importo appaltato 208.000 euro) . Gli operai morti sono Albino Tammaro, sposato con figli e residente a Curti , nel comune di Gioia Sannitica .Il secondo è di Arzano . Lavoravano per l’impresa Alma Service di San Potito Sannitico titolare dell’appalto di cui è committente la diocesi di Alife Caiazzo. I due operai, insieme ad altri colleghi, erano impegnati da due giorni, nella apposizione di un’impalcatura esterna all’ampia facciata, necessaria per i lavori di risanamento conservativo e messa in sicurezza della chiesa-basilica della parrocchia di S.Maria Maggiore, la chiesa del patrono San Marcellino. Per cause da verificare in maniera approfondita (tirava un vento a tratti molto impetuoso anche per l’imponenza del ponteggio) l’infrastruttura fin lì realizzata si è staccata(solo un pezzo è rimasto in piedi), da un’altezza di quasi otto metri, precipitando sul piazzale trascinando giù anche i due giovani operai che non hanno avuto scampo( tra gli oggetti di indagine il rispetto dei dispositivi di protezione come impone la normativa sulla sicurezza . Il “botto” è stato ovviamente avvertito dai residenti rimasti sotto chock . Un residente, prima del crollo, aveva appena lasciato il parcheggio sotto la facciata . Sul posto immediatamente i carabinieri di Piedimonte Matese, con il team della “scientifica” per i dovuti rilievi utili a capire la dinamica della tragica vicenda di morte sul lavoro. Intorno alle 18 è giunto anche il magistrato per la rimozione dei cadaveri che saranno trasportati all’obitorio dell’ospedale di Caserta per gli accertamenti medico – legali. A metà pomeriggio è giunto anche il vescovo Valentino Di Cerbo accompagnato da don Andrea De Vico e don Emilio Salvatore. Disperati i parenti ed i colleghi dei due carpentieri.
Michele Martuscelli
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