Il Capo dello Stato sceglie Napoli per dire parole significative ed attese sulla giustizia, «Insieme al Parlamento, il cui consenso occorre, meditiamo su un provvedimento di clemenza, indulto e amnistia». L’applauso nella cappella di Poggioreale è stato scrosciante.
Il presidente, dopo aver premesso che le condizioni carcerarie attuali non sono«nè giustizia, nè Costituzione», ha anticipato di aver pronto un messagio sulle carceri. «Attendo solo un momento di maggiore serenità». Era arrivato alle 9, 45 al Maschio Angioino il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il primo omaggio alla città che insorse per prima e da sola contro i nazisti, è una corona d’alloro deposta dal Presidente. All’ingresso del Castello stazionano alcuni avvocati e rappresentanti del consiglio dell’ordine di Napoli che esibiscono uno striscione sul quale è scritto: «Ischitani impoveriti dalle tasse, provati dei servizi e scippati della giusitizia». Una protesta, quella delle toghe, che fa riferimento alla soppressione del tribunale dell’isola verde. Il presidente Napolitano, accolto con un caffè all’interno del castello, è stato salutato dal sindaco De Magistris, dal presidente della giunta regionale Stefano Caldoro e dall’arcivescovo di Napoli, cardinal Crescenzio Sepe. Per il presidente una due giorni prevista da tempo per presenziare alle celebrazioni dei 70 anni delle Quattro Giornate, una data che per la città segnò una svolta decisiva verso la libertà.