Grazie al sostegno del clan Zagaria, gli imprenditori Carlo Fontana e Alberto Di Cerbo, finiti in carcere questa mattina nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli, hanno monopolizzato in parte del Casertano il business dei videopoker imponendo le proprie macchinette mangiasoldi a bar e locali di numerosi comuni, tra cui Casapesenna, paese di nascita di Michele Zagaria. In cambio, hanno accertato i carabinieri del Ros e la Squadra Mobile di Caserta che hanno effettuato le indagini, i due versavano ogni mese migliaia di euro nelle casse del clan. Fontana in particolare, è emerso, versava tremila euro mensili ad Attilia Zagaria, moglie di Giovanni Garofalo, uomo di fiducia del boss, nella cui abitazione fu trovato un bunker usato da Michele Zagaria durante la sua latitanza. La donna è stata raggiunta da un ordinanza agli arresti domiciliari; il gip di Napoli ha invece disposto la carcerazione per gli altri due indagati, Giuseppe Garofalo, fratello di Giovanni, già detenuto da tempo, e per la moglie di questi Raffaella D’Aniello.

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