CASERTA – Solo uno sprovveduto o un inguaribile ottimista avrebbe pensato che il congresso provinciale del Pd casertano, in programma il 27 ottobre, potesse svolgersi in un clima sereno. Ma forse neanche il più disfattista e pessimista avrebbe immaginato che la contrapposizione fosse talmente “feroce” (fino ad arrivare alle mani) da rischiare di far saltare tutto. Anche la data del congresso. Finora i veti incrociati hanno impedito che fosse definita la platea degli iscritti.

La commissione di garanzia, riunitasi stamane per vagliare i ricorsi presentati da alcuni circoli (tra cui Gricignano, Arienzo e Mondragone), non ha sbrogliato la matassa, rinviando ogni decisione a mercoledì prossimo (23 ottobre). Senza il via libera dei garanti anche la seduta della commissione per il congresso, convocata per stasera, era destinata a fare un buco nell’acqua. E così è stato. Tutto rimandato al mercoledì, in attesa che si pronuncino i garanti. Col passare del tempo l’ipotesi che il 27 non si faccia nulla inizia a prendere corpo. Si parla di un rinvio di due settimane al massimo. In tal caso il congresso si svolgerebbe il 3 o il 10 novembre. O addirittura slittare a dopo quello nazionale.

Ma il dissenso tra levarie anime del partito è forte, fortissimo. Vitale e company accusano i sostenitori di Peppe Roseto di temporeggiare per impedire il voto. Roseto e i suoi invece pretendono che siano sciolti i nodi dei ricorsi e dell’approvazione dell’anagrafe degli iscritti. Solo allora – dicono – ci saranno le condizioni per celebrare un “congresso trasparente e nel rispetto delle regole”. Una posizione intransigente quella dell’area Roseto: “Non accettiamo soluzioni politiche, bisogna rispettare il regolamento del congresso”. Sul versante opposto invece c’è la disponibilità a trovare una via d’uscita per scongiurare slittamenti. Il gruppo di Vitale ha fatto intendere a chiare lettere di voler soprassedere sul “caso” della mancata presentazione, nei termini fissati dal regolamento, delle accettazioni dei candidati nella lista di Roseto. Mentre i supporter di quest’ultimo si sono impuntati sulla questione dell’anagrafe dei tesserati che senza il pronunciamento della commissione di garanzia sui ricorsi non potrà essere approvata.

Una questione regolamentare ma anche politica. Secondo il sindaco di Parete infatti dietro l’atteggiamento del gruppo Roseto c’è il chiaro intento di rinviare il congresso. Perché? Il trio Caputo-Marino-Picierno avrebbe timore – secondo Vitale – di perdere la sfida e vorrebbe guadagnare tempo per cercare di acciuffare per i capelli una partita già persa. Tesi rigettata in toto dagli interessati che invece ostentano sicurezza: “Non è questo il punto, il congresso lo vinciamo noi, ma si tratta di una questione di metodo e di merito, non possiamo accettare che proprio coloro si sono sempre riempiti la bocca di rispetto delle regole, oggi ci vengano a dire che si deve chiudere un occhio su eventuali irregolarità”. E’ questa in estrema sintesi la posizione di Roseto e delle componenti che lo sostengono. Non spetta certo a noi dire chi ha ragione e chi torto, fatto sta che il tempo scorre inesorabile. E il rinvio della riunione di stasera della commissione per il congresso sembra spalancare la porta allo slittamento del voto Mercoledì saranno passati al vaglio i ricorsi (in queste ore sono giunti anche quelli di Capriati al Volturno e Fontegreca) e qualora nella giornata del 23 ottobre non si chiudessero tutte le “pratiche” con la successiva definizione della platea degli iscritti non ci sarebbe più il tempo materiale per avviare le operazioni per il congresso.

Il regolamento prevede testualmente che “ciascun circolo riceve dalla relativa Commissione provinciale per il Congresso i seguenti materiali: numero ed elenco nominativo degli iscritti e l’elenco degli iscritti online fino al giorno precedente l’ apertura del congresso, un registro per le nuove iscrizioni al Pd, il nome del garante che segue il congresso di circolo e il numero dei delegati da eleggere. E inoltre che “la convocazione del Congresso deve essere spedita a tutti gli iscritti al circolo almeno tre giorni prima del suo svolgimento e debbono essere indicati: giorno , orario di svolgimento, programma dei lavori, orario di inizio e termine delle votazioni”. Insomma, se al massimo entro mercoledì non sarà tutto a posto, sarà praticamente impossibile celebrare il congresso.

A meno che non intervenga la commissione regionale. E allora sì che saranno guai. La “storia” recente insegna che quando Napoli mette il naso nelle vicende del Pd casertano fa solo danni. Irreparabili. Per conferma chiedetelo a Enzo Amendola.

Mario De Michele

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