È più facile trovare un ago in un pagliaio che scovare una nota di merito nel curriculum politico, amministrativo e professionale di Salvatore Del Prete. Non è cattiveria, credeteci. I fatti e le carte parlano chiaro. Non danno scampo all’attuale consigliere di maggioranza. L’assessore-ombra all’Urbanistica della giunta Villano ha alle spalle una carriera politico-amministrativa segnata a vita dal marchio di Angelo Brancaccio. Il “boss” lo ha cresciuto e pasciuto. Ed è proprio il padrino di cresima di Del Prete che ne tratteggia anche i contorni professionali. “Ha preso tangenti a raffica durante il boom edilizio”, ha svelato ai magistrati l’ex sindaco di Orta di Atella. L’improbabile tentativo dell’esponente di Campania Libera di riabilitarsi vestendo i panni del legalitario di ritorno si è infranto di fronte al muro della verità che man mano sta emergendo dalla inchieste giudiziarie. Dopo tanti anni di bugie finalmente il re delle consulenze è nudo. Ma continua a nascondersi dietro a una foglia di fico. E non ha per nulla abbandonato le vecchie e consolidate “pratiche”. Lo ha piantato in asso anche Carmine Vozza, suo penultimo “padrone” politico.
Del Prete ora è il primo tra i cortigiani del sindaco Andrea Villano. Dopo 8 anni in cui non ha toccato palla il consigliere di Campania Libera non vuole perdere l’occasione di ottimizzare al massimo la sua attuale posizione di governo. A ogni costo. Da qui lo strappo con Vozza. Il professore ha posto paletti precisi. “Va bene camminare sul filo della legalità ma nessuna commistione con ambienti pericolosi”, questa la sua linea. Che però Del Prete non ha sposato. Ha preferito ricelebrare le nozze con i suoi vecchi compagni di viaggio, i Del Prete “Aglitielli”, suo parenti e sodali negli anni della speculazione edilizia. Con loro ha siglato un patto politico-professionale-imprenditoriale. Terremo gli occhi bene aperti per suonare l’allarme quando e se sarà attuato. Ma torniamo al curriculum dell’architetto Salvatore Del Prete. In qualità di progettista l’ex “servitore” di Brancaccio è stato denunciato dal responsabile Politiche per il Territorio per falso. Avrebbe, secondo l’esposto, palesemente e volutamente falsato la mappa allegata ad una pratica per la concessione di una licenza in sanatoria.
La denuncia scattata nel 2013 e indirizzata alla Procura della Repubblica del Tribunale Napoli Nord riguarda una concessione in sanatoria. Il richiedente era Raffaele Di Micco. Il fabbricato in questione si trova in via San Francesco d’Assisi. L’architetto Del Prete è stato denunciato per false rappresentazioni grafiche nelle pratiche edilizie. Un reato gravissimo per un tecnico. “Visionati gli atti – si legge nell’esposto – si è riscontrato che l’edificio (e di conseguenza il sottotetto oggetto della pratica edilizia n. 2/2013) era falsamente ubicato in zona omogenea B/4 del Prg mentre in realtà esso ricade in parte nella suddetta zona B/4 e in parte ricade in fascia di rispetto cimiteriale”. Dal progetto presentato nelle vesti di tecnico da Del Prete emergerebbero una serie di evidenti e consapevoli irregolarità. “Nella relazione tecnica si legge che: …per tale abuso si chiede la sanatoria ai sensi dell’art. 13 della legge 47/85 in quanto il lotto in oggetto è assimilabile alla zona edificabile B/2 del vigente strumento urbanistico…”. La frase riportata (al di là dell’erronea citazione della zona urbanistica che è la B/4 e non la B/2) è sintomatica del fatto che la presenza che la fascia di rispetto cimiteriale è del tutto taciuta dal progettista, né si tiene conto nella concessione edilizia rilasciata”.
Il succo della denuncia è chiarissimo: per ottenere la licenza in sanatoria Del Prete in qualità di progettista avrebbe con dolo attestato il falso e addirittura “falsato volutamente la rappresentazione in mappa”. “Dalla copia dello stralcio del progetto – recita un altro passo dell’esposto – si evince come l’edificio oggetto della concessione edilizia rilasciata in sanatoria sia stato falsamente ubicato tutto in una zona omogenea residenziale del Prg invece che parte in fascia di rispetto cimiteriale, cosa che ne avrebbe pregiudicato il rilascio della sanatoria. Si ritiene che la rappresentazione in mappa sia stata volutamente falsata: la distanza dell’edificio esistente della via San Francesco, che passa nella fascia di rispetto citata, è del tutto irrisoria, e non vi possono essere dubbi sull’esatta posizione dell’immobile. Il Prg – si chiude l’esposto – è chiaro e non può dare adito a dubbi riguardo l’ubicazione. In più il tecnico progettista degli elaborati era nel 2001 ed tutt’ora consigliere comunale, quindi ben conoscitore del territorio”.
Come a dire: non è frutto di un errore tecnico. C’è malafede. Un inequivocabile tentativo di falsificare la documentazione. Il solito gioco delle tre carte. False.
Mario De Michele