NAPOLI – Abbiamo scherzato? Niente voto? Tutto rimandato? E a quando? In Campania il Pd rischia grosso. Potrebbero saltare in un baleno tutti i congressi: dal regionale a quelli provinciali. Non stiamo esagerando. L’ipotesi di un azzeramento è più che concreta. Perché? Per colpa della commissione regionale per il congresso. L’organismo, che si occupa degli aspetti organizzativi, è stato costituito durante la direzione campana dello scorso 8 ottobre. In base al regolamento nazionale è formata da 11 membri, più il segretario organizzativo regionale, il presidente della commissione di garanzia, il leader campano dei Giovani democratici, e i rappresentanti dei candidati alla segreteria nazionale.

Nella riunione dell’8 ottobre furono votati dalla direzione regionale i nomi dei componenti della commissione. Fin qui tutto ok. Ma in corso d’opera sono cambiati alcuni volti, e quindi anche i nomi. L’irregolarità, tutt’altro che formale, è stata rilevata stamattina, prima di iniziare la riunione sulla richiesta di rinvio del congresso di Terra di Lavoro. Sul “caso” Caserta nulla di fatto: si è deciso di passare al palla a Roma. Ma è balzato agli occhi che qualcosa non quadrava. Nella commissione regionale per il congresso infatti c’erano nomi nuovi, cioè persone non indicate dalla direzione. Ben tre new entry che hanno sostituito, non si sa come, dove e quando, tre membri precedentemente nominati, ai quali si è aggiunto un dodicesimo nome, anche in questo caso non si sa come, dove e quando. Ne deriva, regolamento nazionale alla mano, che la commissione regionale per il congresso non è legittima. E di conseguenza c’è il rischio che tutti gli atti burocratici finora adottati, sia sul piano regionale che negli ambiti provinciali, siano nulli. Basterebbe chiedere la decadenza della commissione che si verrebbe subito accontentati. E tutto salterebbe in aria.

Ma vediamo quali sono i nomi sbocciati all’improvviso come fiori in primavera. Si tratta di Francesca Di Iorio, Eliana Mancini, Floriana Fioretti e Francesco Pascale. I quattro dell’Apocalisse (che potrebbe scoppiare da un momento all’altro) hanno scalzato Fabio Solano, Elisabetta Gambardella, Maria Pia Tozzi e Caterina Lembo. Dal verbale della direzione regionale dell’8 ottobre infatti risultato eletti i seguenti componenti della commissione per il congresso: Rosida Baia, Fabio Solano, Maria Rosaria Vitiello, Dionigi Magliulo, Giovanni Iacone, Alfredo Mazzei, Corrado Di Maso, Elisabetta Gambardella, Antonio Pagano, Maria Pia Tozzi, Lucia De Iaco, Caterina Lembo, come rappresentante delle donne. La “nuova” commissione è invece formata da: Rosida Baia, Lucia De Iaco, Francesca Di Iorio, Corrado Di Maso, Floriana Fioretti, Giovanni Iacone, Dionigi Magliulo, Eliana Mancini, Alfredo Mazzei, Antonio Pagano, Francesco Pascale, Maria Rosaria Vitiello.

Se fate anche voi un rapido confronto tra i due elenchi vi accorgerete che i conti, pardon i nomi, non tornano. Conclusione: tutto irregolare. E soprattutto gravissimo sotto il profilo politico. Com’è stata possibile la girandola dei nomi? A quali equilibri interni è servita? Chi ha giocato sporco? Ma la domanda da un milione di dollari è un’altra: che garanzie politiche e burocratiche offre una commissione illegittima che dovrà occuparsi dall’8 novembre di tutte le fasi organizzative del congresso nazionale e poi di quello regionale in programma il 9 febbraio 2014? Nessuna. E quindi? Se a Roma si incazzano, cosa da non escludere, in Campania si azzera tutto. E scatta il commissariamento.

Se invece si vuole mettere la polvere sotto il tappeto, tutto andrà avanti come se nulla fosse. E i militanti del Pd continueranno ad essere presi in giro da una classe dirigente che a chiacchiere vuole un partito “open”, ma che invece prende le decisioni importanti sempre al “chiuso” di poche stanze. Le solite.

Mario De Michele

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