CASERTA – Totò diceva: “La serva serve”. Mentre il Pd casertano non serve proprio a nulla. Se non a galleggiare sulle onde di tragicomiche lotte intestine. Lo spettacolo indecente degli ultimi mesi è ridicolo ma allo stesso tempo drammatico. I big del partito, salvo qualche rara eccezione, sembrano fuori dal mondo e fuori di testa. Continuano a guerreggiare non rendendosi conto che il Pd è orami ridotto a macerie. Più che un caso politico, i Democrat di Terra di Lavoro sono diventati un caso psichiatrico. Si scannano per nulla. Per rivalse personali. E per occupare poltrone che poggiano sul vuoto, finite nel burrone dell’incapacità, dell’irresponsabilità.
Ne sono consapevoli i Giovani democratici che lanciano l’ennesimo grido d’allarme (temiamo anche stavolta inutile) per salvare un partito malato, a un passo dalla morte. “Il Pd – afferma Pasquale Stellato ai microfoni di Campania Notizie – è senza guida politica e non riesce a uscire da una crisi profonda per la miopia politica di un gruppo dirigente non all’altezza del suo compito. Abbiamo un segretario facente funzione totalmente delegittimato, che continua a far finta di nulla. Inoltre c’è la possibilità che il segretario dimissionario possa essere riabilitato dalla commissione regionale dei garanti. Una situazione paradossale”.
Il segretario provinciale dei Giovani democratici indica nuovamente la via d’uscita. “Ci resta un’unica ancora di salvataggio: Rosaria Capacchione. Solo lei ha l’autorevolezza e la capacità di guardare all’esterno. Lei è l’unica in grado di ricostruire un percorso unitario e credibile. Non c’è altra soluzione. I Gd lotteranno con tutte le loro forze contro chi pensa di trasformare il congresso in un’altra resa dei conti. Il partito – osserva Stellato – è finito in uno stato comatoso non per motivi numerici o formali, ma per problemi politici, che si superano solo se c’è la volontà di deporre le armi e di ritrovare la via della coesione. Per avviare una nuova fase – conclude il leader dei Giovani democratici – è necessario che Feole e tutti coloro i quali sono stati protagonisti di una stagione politica fallimentare si facciano da parte. Anche per questo non riteniamo praticabile l’ipotesi di un ritorno in carica di Dario Abbate”.
Giovani sì, ma con le idee chiare. E forse anche più maturi (politicamente) degli adulti.
Mario De Michele
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