PONTICELLI – La Squadra Mobile della Questura di Napoli, in collaborazione con il commissariato del quartiere di Ponticelli, ha condotto una vasta operazione contro le estorsioni a commercianti e imprenditori gestite dalla camorra. Sono sette i provvedimenti di fermo disposti dalla Direzione distrettuale antimafia nei confronti di altrettanti esponenti di un clan che aveva imposto il pagamento del ‘pizzo’ sul territorio. Nella disponibilita’ di uno degli arrestati armi e droga.

I sette sottoposti a fermo di pm sono componenti di vertice e gregari di una neonata organizzazione di stampo mafioso che fa capo ad Antonio Circone, 40 anni, arrestato oggi, che ha sostituito al comando del gruppo i fratelli Casella. Il nuovo clan, dal rione Luzzati, dopo la disgregazione per gli arresti e le collaborazioni con i magistrati di boss e affiliati del clan Sarno, fino al 2009 tra i piu’ potenti di Napoli, stava estendendo il suo controllo sull’intero quartiere di Ponticelli e un ruolo all’interno degli assetti criminali cittadini. Come i Sarno, questo clan ha scelto comportamenti violenti per affermarsi sul territorio, non evitando comportamenti plateali quali, a giugno scorso, spari da un drappello di motociclisti armati contro una pattuglia della polizia che stava effettuando alcuni controlli nel Rione de Gasperi, tra cui probabilmente uno a carico di una potenziale vittima di un agguato in atto. Gli uomini di Circone hanno imposto il ‘pizzo’ capillarmente nella zona e i provvedimenti cautelari eseguiti dalla Mobile nascono proprio dalla denuncia di quattro commercianti da loro vessati; da qui il nome dell’operazione, “Vento nuovo”, dato che l’atteggiamento di fiducia da parte dei bersagli del racket in questo quartiere costituisce una novita’ per la quale il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo non esita a spendere in una nota parole di apprezzamento. “Quella che sembra essere una inarrestabile svolta nella determinazione e nella coscienza sociale dei commercianti – scrive – che dirada l’odiosa presenza della camorra puo’ dirsi una diretta conseguenza di tutto quanto si e’ riusciti a fare in questi anni sul territorio grazie all’ impegno della polizia e dell’autorita’ giudiziaria, che sono riuscite a creare fiducia nelle istituzioni”.

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