Ragazzi che fanno il bagno nella cascata della fontana di Diana e Atteone alla Reggia di Caserta: è l’ultimo sfregio al Palazzo Vanvitelliano, patrimonio dell’Unesco, e un’ulteriore testimonianza del degrado in cui versa da anni il monumento. Questa mattina la Sovrintendenza è corsa ai ripari disponendo la chiusura dell’area della cascata, il cosiddetto “Torrione”, ma la polemica sulle condizioni della Reggia e sulla sorveglianza sono inevitabili. Qualche mese fa, dopo Pasquetta, l’allora sottosegretario al Mibact Borletti Buitoni, in visita alla Reggia, trovò il Parco reale trasformato in tappeto di rifiuti dai pic-nic dei visitatori; a giugno invece fu un’assemblea dei dipendenti convocata di domenica a riportare il monumento al centro dell’attenzione, con migliaia di turisti rimasti fuori ai cancelli sotto il sole ad attendere la fine della riunione, convocata per discutere del problema dei venditori abusivi. Tutte grane che si troverà affrontare il nuovo direttore della Reggia Mauro Felicori che dovrebbe insediarsi nella prima decade di settembre. Ieri le foto dei “bagnanti” sono state scattate da alcuni turisti toscani e postate da una guida turistica casertana sulla pagina facebook “Salviamo la Reggia di Caserta”. “E’ impossibile presidiare la zona con i pochi custodi che abbiamo – spiega il funzionario Enzo Zuccaro – anche perché alcuni ragazzi accedono nel Parco dall’esterno, ovvero dal bosco di San Silvestro. Il problema è anche l’inciviltà di molti visitatori della provincia”. Per arrivare in cima alla cascata è necessario percorrere una rampa di scale che sale lateralmente alla fontana e, in effetti, non è facile dal basso poter controllare quello che successo a decine di metri di altezza. “Non si può tenere un custode fisso in cima alla cascata – dice Angelo Donia, coordinatore della Uil-Pa nonché dipendente addetto alla vigilanza – nel Parco Reale, dell’estensione totale di 140 ettari, sono in servizio al massimo sette custodi per turno, così molte aree restano incustodite”. Il problema potrebbe essere risolto attraverso le telecamere di videsorveglianza interna che però non funzionano. “In ben due circostanze, nel novembre 2014 e qualche mese fa – spiega Carmine Egizio, coordinatore dell’Ugl – il funzionario addetto alla sicurezza ha chiesto che venisse rimesso in funzione l’impianto ma la Sovrintendenza Speciale ha preferito dirottare i fondi altrove; oggi non funzionano neanche i sistema di antifurto e antincendio. La verità è che il Polo Museale di Napoli e Caserta che comprendeva la Reggia, Capodimonte e altri musei partenopei, è stato un totale fallimento, con gli incassi della Reggia che non sono tornati a Caserta tanto che non sono stati rinnovati neanche i contratti di manutenzione”. “E’ necessario che il nuovo manager riorganizzi da capo il settore della vigilanza dando precise competenze ai funzionari – dice Luigi Mottola della Cisl – servono almeno 14 custodi nel Parco”. (ANSA).
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